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Spesometro: Proroga al 31 gennaio 2012 del termine per la presentazione della comunicazione telematica delle operazioni rilevanti ai fini Iva di importo non inferiore a 25mila euro.

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Spesometro: Proroga al 31 gennaio 2012 del termine per la presentazione della comunicazione telematica delle operazioni rilevanti ai fini Iva di importo non inferiore a 25mila euro.

Spesometro: Proroga al 31 gennaio 2012 del termine per la presentazione della comunicazione telematica delle operazioni rilevanti ai fini Iva di importo non inferiore a 25mila euro.

La nuova scadenza è fissata dal provvedimento direttoriale, pubblicato sul sito dell’agenzia delle Entrate, che proroga il vecchio termine del 31 dicembre 2011 entro cui era fissata la segnalazione al Fisco delle operazioni riferite al periodo d’imposta 2010, come previsto dal decreto legge 78/2010.

L’Agenzia spiega che il nuovo termine per la comunicazione, che non incide sulla tempistica dell’utilizzazione delle informazioni per le attività di controllo, si è reso indispensabile al fine di consentire i necessari adeguamenti di tipo tecnologico e di superare le difficoltà operative segnalate dai soggetti titolari di partita Iva.

Sintesi del provvedimento della Agenzia delle Entrate N.   2011/186218

Obbligo di comunicazione telematica delle operazioni rilevanti ai fini dell’imposta sul   valore   aggiunto   di   importo   non   inferiore   a   euro   tremila.    Disposizioni modificative  del  provvedimento  del  16  settembre  2011,  prot.   n.   133642/2011. Proroga dei termini di comunicazione per il periodo d’imposta 2010.

Il direttore dell’Agenzia

In  base  alle  attribuzioni  conferitegli  dalle  norme  riportate  nel  seguito  del presente provvedimento, Dispone:1. Modifiche al punto 1.1 del provvedimento del 16 settembre 2011  1.1 Al punto 1.1 del  provvedimento  del  16  settembre 2011,  prot. n.   133642/2011, le  parole “31 dicembre 2011” sono sostituite dalle seguenti “31 gennaio 2012”.

Motivazioni

Il presente provvedimento modifica il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 16 settembre 2011, che ha prorogato al 31 dicembre 2011 il termine ultimo di presentazione della comunicazione telematica di cui all’art. 21 del decreto- legge 31 maggio 2010, n. 78, riferita al periodo d’imposta 2010. Detto  termine viene posticipato al 31  gennaio 2012 al fine di consentire i necessari adeguamenti di tipo tecnologico e di superare le difficoltà operative rappresentate dai soggetti titolari di partita Iva, i quali devono presentare, entro tale data, la comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini  dell’imposta sul valore aggiunto di importo non inferiore a euro venticinquemila.

Riferimenti normativi

a) Attribuzioni del Direttore dell’Agenzia delle entrate.

Decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300 (art. 67, comma 1; art. 68, comma 1).   Statuto dell’Agenzia delle entrate, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 42 del 20 febbraio 2001, (art. 5, comma 1; art. 6, comma 1); Regolamento di amministrazione dell’Agenzia delle entrate, pubblicato nella Gazzetta  Ufficiale n. 36 del 13 febbraio 2001 (art. 2, comma 1).   b) Disciplina normativa di riferimento:  Decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010 n. 122 (art. 21). Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 (Artt. 1, 2, 3, 6, 8, 10,  23, 24 e 25).   Decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322 (Art. 3, commi 2-bis e  3).   Decreto 31 luglio 1998 e successive modificazioni ed integrazioni.   Decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 605 (Art. 4, primo comma, lettere a) e b) e art. 7). Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 22 dicembre 2010,  prot.   2010/184182.   Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 21 giugno 2011, prot.   2011/92846.   Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 16 settembre 2011, prot. N.   133642/2011. La  pubblicazione  del  presente  provvedimento  sul  sito  internet  dell’Agenzia  delle Entrate tiene luogo della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, ai sensi dell’articolo 1, comma 361, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

Roma, 21 dicembre 2011

Riapre l’art.14 del D.M. 593/00: agevolazioni per assunzione di qualificato personale di ricerca(+) Dal 21 dicembre 2011 è consentita la compilazione della domanda online

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Il sostegno ministeriale riguarda le seguenti attività: assunzione a tempo pieno, anche con contratto di lavoro a tempo determinato di durata almeno biennale, di qualificato personale di ricerca (titolari di dottorato di ricerca o possessori di altro titolo di formazione post-laurea, conseguito anche all’estero; laureati con esperienza nel settore della ricerca) assunzione di oneri relativi a borse di studio per la frequenza a corsi di dottorato di ricerca, nonché ad assegni di ricerca attribuzione di specifiche commesse o contratti per la realizzazione delle attività di ricerca industriale, eventualmente estese a non preponderanti attività di sviluppo precompetitivo 

Riapre l’art. 14 del D. M. 593/00: agevolazioni per assunzione di qualificato personale di ricerca(+)  Dal 21 dicembre 2011 è consentita la compilazione della domanda online  

metal-worker_3353. JpgDal 21 dicembre 2011 sarà possibile trasmettere la domanda per l’ottenimento delle agevolazioni previste dall’art. 14 del D. M. 53/00.

Le domande possono già ora essere compilate in bozza utilizzando il servizio Internet SIRIO alla voce “Domande di finanziamento”.

Il sostegno ministeriale riguarda le seguenti attività: assunzione a tempo pieno, anche con contratto di lavoro a tempo determinato di durata almeno biennale, di qualificato personale di ricerca (titolari di dottorato di ricerca o possessori di altro titolo di formazione post-laurea, conseguito anche all’estero; laureati con esperienza nel settore della ricerca) assunzione di oneri relativi a borse di studio per la frequenza a corsi di dottorato di ricerca, nonché ad assegni di ricerca attribuzione di specifiche commesse o contratti per la realizzazione delle attività di ricerca industriale, eventualmente estese a non preponderanti attività di sviluppo precompetitivo

Chi può partecipare 
 imprese che esercitano attività industriale diretta alla produzione di beni e/o di servizi;
 imprese che esercitano attività di trasporto per terra, per acqua o per aria;
imprese artigiane di produzione di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443;
centri di ricerca con personalità giuridica autonoma promossi da uno o più dei soggetti di cui ai precedenti l numeri 1, 2, 3;
consorzi e società consortili comunque costituiti, purché con partecipazione finanziaria superiore al 50% di soggetti ricompresi in una o più dei precedenti numeri 1, 2, 3, 4;
 i parchi scientifici e tecnologici indicati nella deliberazione MIUR del 25 marzo 1994 (G. U. N. 187 del 11 agosto 1994).

Agevolazione
il soggetto beneficiario può ottenere per ogni unità assunta euro 25. 822,85 di cui: euro 5. 164,56 nella forma del contributo a fondo perduto euro 20. 658,28 nella forma del credito d’imposta  

CCIAA e Provincia di Monza e Brianza: bando per il sostegno alla creazione di nuove imprese innovative (denominato anche come bando “Ritorno al futuro”)

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CCIAA e Provincia di Monza e Brianza: bando per il sostegno alla creazione di nuove imprese innovative (denominato anche come bando “Ritorno al futuro”)

CCIAA e Provincia di Monza e Brianza: bando per il sostegno alla creazione di nuove imprese innovative (denominato anche come bando “Ritorno al futuro”)

La Camera di commercio di Monza e Brianza e la Provincia di Monza e Brianza intendono favorire la creazione e lo sviluppo di nuove imprese nel territorio della provincia di Monza e Brianza, operanti in particolari settori innovativi e di sviluppo.

Beneficiari

Possono presentare richiesta di contributo: aspiranti imprenditori (persone fisiche), che si impegnino a creare una PMI avente sede legale in provincia di Monza e Brianza PMI iscritte al Registro Imprese della CCIAA di Monza e Brianza in data non antecedente al 1 luglio 2011, aventi sede legale in provincia di Monza e Brianza.

Ambiti d’intervento

Il bando si rivolge alle imprese o agli aspiranti imprenditori che operano o che intendono operare in uno dei seguenti settori: aerospazio, arredamento e legno, attività di design, automotive, biotecnologie, edilizia eco-sostenibile, elettronica energia, fonti rinnovabili ed assimilate ict, produzione di software, industria tessile, moda, abbigliamento, meccanica di precisione, metallurgia e beni strumentali produzione/lavorazione di materiali, macchinari, attrezzature o prodotti avanzati, prodotti chimici, realizzazione di prodotti innovativi e che svolgano l’attività prevalente di produzione di beni (intesa anche come assemblaggio e lavorazione di semilavorati), comprensiva, eventualmente, delle attività di progettazione e ricerca & sviluppo.

Agevolazione

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto pari al
50% delle spese ammissibili.

Il contributo massimo concesso non potrà superare la somma di euro 12. 000,00 (al lordo delle ritenute del 4%).

L’investimento proposto non potrà, pena inammissibilità della domanda di partecipazione al bando, avere un valore inferiore ad euro 5. 000,00.

Lo stanziamento complessivo ammonta ad euro 250. 000,00.

 

Termini di presentazione della domanda

Le domande devono essere inoltrate a partire dal 1 febbraio 2012 e fino al 2 aprile 2012.

Circolare INPS n. 153 Direzione Centrale Risorse Umane Roma, 14/12/2011 Inabilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa.

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Con la presente circolare sono delineati gli aspetti relativi all’ iter procedurale e alle competenze degli organismi deputati agli accertamenti sanitari per la verifica dello stato di inabilità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa dei dipendenti dell’Istituto, anche con riferimento alle conseguenze che detti accertamenti hanno sul rapporto di lavoro.  

Direzione Centrale Risorse Umane

Roma, 14/12/2011

Circolare n. 153

 

OGGETTO: Inabilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa dei dipendenti dell’Istituto.

 

Premessa

Con la presente circolare sono delineati gli aspetti relativi all’ iter procedurale e alle competenze degli organismi deputati agli accertamenti sanitari per la verifica dello stato di inabilità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa dei dipendenti dell’Istituto, anche con riferimento alle conseguenze che detti accertamenti hanno sul rapporto di lavoro.

A seguito dell’evoluzione normativa in materia di inabilità – legge 8 agosto 1995, n. 335 (“Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare”); decreto del Ministero del tesoro 8 maggio 1997 n. 187 (“Regolamento recante modalità applicative delle disposizioni contenute all’articolo 2, comma 12, della legge 8. 8. 1995, n° 335, concernenti l’attribuzione della pensione di inabilità ai dipendenti delle amministrazioni pubbliche iscritti a forme di previdenza esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria”); d. P. R 29 ottobre 2001, n. 461 (“Regolamento recante semplificazione dei procedimenti per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio, per la concessione della pensione privilegiata ordinaria e dell’equo indennizzo, nonché per il funzionamento e la composizionedel comitato per le pensioni privilegiate); decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministero della giustizia, della difesa, dell’interno e della salute del 12 febbraio 2004 (“Criteri organizzativi per l’assegnazione delle domande agli organismi di accertamento sanitario di cui all’art. 9 del d. P. R 29 ottobre 2001, n. 461, ed approvazione dei modelli di verbale utilizzabili, anche per le trasmissioni in via telematica, con le specificazioni sulle tipologie di accertamenti sanitari eseguiti e sulle modalita’ di svolgimento dei lavori”) – si devono intendere superate le disposizioni contenute nella circolare n. 63/84, relativamente alle procedure di verifica sanitaria per l’accertamento dello stato di inabilità dei dipendenti dell’Istituto.

 

Inabilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Il dipendente che si trova in stato di malattia protratta o ritenga di trovarsi, per infermità fisica o mentale non dipendente da causa di servizio, nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa, può presentare domanda per il conseguimento della pensione ordinaria di inabilità di cui alla legge 12 giugno 1984, n. 222, come modificata dalla legge 8 agosto 1995, n. 335 e regolamentata dal decreto del Ministero del tesoro 8 maggio 1997 n. 187.

Requisiti

 

La citata legge n. 335/1995, all’art. 2 comma 12, individua i seguenti requisiti soggettivi ai fini del riconoscimento del diritto alla pensione di inabilità per i dipendenti pubblici iscritti alle forme di previdenza esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria:

anzianità contributiva minima di cinque anni, di cui almeno tre nel quinquennio

precedente la data di presentazione della domanda; risoluzione del rapporto di lavoro per infermità non dipendente da causa di servizio (in caso di dipendenza da causa di servizio si applicano le norme relative alla pensionistica privilegiata); riconoscimento dello stato di assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa a causa delle suddette infermità;

Accertamenti sanitari

La legge n. 335/1995, oltre ad individuare i requisiti soggettivi per la richiesta di pensione di inabilità da parte dei dipendenti pubblici iscritti alle forme di previdenza esclusive

dell’assicurazione generale obbligatoria, prevede, all’art. 12, comma 2, ultimo periodo, che “per gli accertamenti ed i controlli dello stato di inabilità operano le competenze previste dalle vigenti disposizioni in materia di inabilità dipendente da causa di servizio”.

Al riguardo, l’art. 9 del d. P. R. N. 461/2001 individua una pluralità di organismi di accertamento sanitario e demanda ad un successivo decreto la definizione delle competenze e delle funzioni da assegnare agli stessi.

Il menzionato decreto del Ministero dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministero della giustizia, della difesa, dell’interno e della salute del 12 febbraio 2004, le cui disposizioni trovano applicazione nei confronti dei pubblici dipendenti di cui all’art. 1, comma 2, del d. Lgs. N. 165/2001, stabilisce, all’art. 3, che nei confronti dei dipendenti di enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, gli accertamenti sanitari per il riconoscimento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio e quelli per il riconoscimento della inidoneità o di altre forme di inabilità, sono effettuati dalla Commissione medica di cui all’art. 1, comma 2, della legge 15 ottobre 1990, n. 295, operante presso l’Azienda sanitaria locale territorialmente competente in relazione alla sede di ultima assegnazione del dipendente.

 

Istruttoria

Per quanto sopra esposto, l’iter procedurale che deve essere seguito per l’accertamento dello stato di inabilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa dei dipendenti dell’Istituto, ai fini del riconoscimento del diritto alla pensione ordinaria di inabilità, è quello di seguito esplicitato.

Il dipendente interessato deve presentare domanda di pensione di inabilità alla sede Inps territorialmente competente, individuata in relazione alla residenza del richiedente stesso, utilizzando, nelle more del rilascio della procedura informatica per la trasmissione telematica della domanda e del certificato, il modello AP76 (all. 1), disponibile sulla Intranet – Utilità – Modulistica on line, che comprende anche una parte relativa alla certificazione delle condizioni sanitarie del soggetto – mod. SS3 “certificato medico” (all. 2) – che deve essere redatta dal medico curante e presentata in busta chiusa.

La sede Inps competente, dopo aver verificato la posizione assicurativa del dipendente e, quindi, la sussistenza dei requisiti contributivi minimi richiesti dalle vigenti disposizioni, trasmette la documentazione sanitaria (mod. SS3 “certificato medico”) presentata dall’istante all’Azienda sanitaria locale territorialmente competente, individuata in relazione alla sede di ultima assegnazione del dipendente, con la richiesta volta ad ottenere esclusivamente un giudizio di inabilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa.

In assenza del requisito contributivo previsto, la sede ricevente respinge la domanda di pensione di inabilità senza disporre gli accertamenti sanitari.

Nel corso degli accertamenti sanitari da parte della commissione medica istituita pressola Asl, l’interessato ha facoltà di farsi assistere da un medico di fiducia, nei limiti previsti dall’art. 5, commi 5 e 6, del citato decreto del Ministero del tesoro n. 187/97 e, pertanto, con la sola possibilità di formulare osservazioni e chiederne la trascrizione a verbale.

Il verbale di giudizio medico, attestante lo stato di inabilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa, trasmesso dalla Asl alla sede Inps richiedente, è da quest’ultima inoltrato alla sede di servizio dell’interessato, qualora diversa, e alla Direzione generale – Direzione centrale risorse umane – Area normativa e contenzioso, che cura gli adempimenti relativi alla conseguente risoluzione del rapporto di lavoro.

Il provvedimento di risoluzione del rapporto di lavoro è trasmesso al dipendente ed alla sede di servizio dello stesso.

Nel periodo che intercorre tra la data di emissione del verbale di riconoscimento dello stato di inabilità assoluta e permanente e la data di risoluzione del rapporto di lavoro, il dipendente non può svolgere alcuna attività lavorativa; tale circostanza deve essere appositamente comunicata al dipendente, a cura del responsabile della struttura di appartenenza.

In tale periodo, l’assenza dal servizio deve essere giustificata in procedura SAP, rilevazione presenze, con il codice “INAB” ed il relativo trattamento economico deve corrispondere a quello in godimento al momento dell’ accertamento dello stato di inabilità. Detto trattamento, in relazione al periodo di comporto malattia del dipendente, può corrispondere al 100%, al 90% o al 50% della retribuzione, secondo le regole dettate dall’art. 21, comma 7, del CCNL del comparto del personale degli enti non economici, quadriennio normativo 1994-1997, sottoscritto il 6 luglio 1995.

La prestazione pensionistica di inabilità decorre dalla data di risoluzione del rapporto di lavoro.

Nel caso in cui la commissione medica costituita presso l’ASL non riconosca al dipendente uno stato di inabilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa, la sede Inps che ha ricevuto la domanda di pensione di inabilità la respinge con provvedimento motivato di diniego.

Incrementi patrimoniali donazioni genitore

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Incrementi patrimoniali donazioni genitore

Sentenza Cassazione Civile Sent. N. 24597 del 03-12-2010

Svolgimento del processo

La CTR della Lombardia con sentenza n. 3/47/05 ha rigettato gli appelli riuniti di M. A. Nei confronti dell’Agenzia delle Entrate di Legnano per IRPEF ed ILOR del 1994 e 1995. Ha motivato la decisione ritenendo che gli avvisi di accertamento basati sulla ingente capacità di spesa per investimenti immobiliari per oltre un miliardo e mezzo di lire faceva presumere il reddito accertato in 326 milioni per cinque anni e che il mutuo bancario contratto per 456 milioni non giustificava la residua spesa.

Altra sezione della medesima CTR con sentenza 66/17106 accoglieva l’appello della M. Per altro avviso di accertamento per IRPEF ed ILOR del 1996, basato sui medesimi presupposti, ritenendo che molti acquisti erano stati fatti con assegni emessi o con mutui contratti da S. P. , padre di una figlia della contribuente, o con mutui dallo stesso ricevuti e solo in piccola parte con mezzi propri. Riteneva che essendo il S. Dotato di cospicui redditi gli acquisti erano giustificati da liberalità del convivente e padre della figlia comune.

Ha proposto ricorso per cassazione affidato ad un motivo l’Agenzia delle Entrate, si è costituita con controricorso la contribuente nella prima causa, nella seconda propone ricorso con tre motivi la contribuente e resiste con controricorso l’Agenzia.

All’udienza odierna, sostituita la relatrice impedita con il presidente, le cause erano discusse e decise.

Motivi della decisione

Va disposta la riunione delle cause essendo i tre accertamenti sintetici impugnati fondati sulle medesime spese per incrementi patrimoniali a sensi dei commi quinto e sesto del D. P. R. N. 600 del 1973, art. 38.

Recitavano detti commi nel testo vigente all’epoca degli accertamenti:

Qualora l’ufficio determini sinteticamente il reddito complessivo netto in relazione alla spesa per incrementi patrimoniali, la stessa si presume sostenuta, salvo prova contraria, con redditi conseguiti, in quote costanti, nell’anno in cui è stata effettuata e nei cinque precedenti.

Il contribuente ha facoltà di dimostrare, anche prima della notificazione dell’accertamento, che il maggior reddito determinato o determinabile sinteticamente è costituito in tutto o in parte da redditi esenti o da redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta. L’entità di tali redditi e la durata del loro possesso devono risultare da idonea documentazione.

Non avendo la contribuente denunciato in detti anni redditi, gli accertamenti sintetici sono stati fondati a sensi del citato art. 38 sulle spese per incrementi patrimoniali, non contestati, per oltre L. Un miliardo e mezzo.

Le motivazione delle sentenze impugnate sono viziate per illogicità ed omissione di motivazione in relazione ai principi fissati dall’art. 38, comma 6 sopra trascritto.

La prima sentenza, pur accertando l’accollo di mutui per notevole importo e riportando che la parte aveva dedotto la sussistenza di donazioni documentate, ha illogicamente confermato del tutto gli accertamenti senza operare alcuna detrazione.

La seconda sentenza motiva la infondatezza degli accertamenti su liberalità del convivente su presunzioni legate al rapporto di convivenza, senza alcun riferimento alla documentazione versata in atti.

In base ai principi fissati dall’art. 38, comma 6 trascritto la prova delle liberalità che hanno consentito in tutto o in parte l’incremento patrimoniale deve essere documentale e conseguentemente la motivazione della sentenza deve fare preciso riferimento ai documenti che la sorreggono ed al loro contenuto, cfr. Cass. N. 11389 del 2008.

Quanto ai mutui ultrannuali va considerato che il mutuo non esclude, ma diluisce la capacità contributiva, consegue che, mentre va detratto il capitale mutuato delle spese per investimenti patrimoniali poste a base dell’accertamento sintetico, vanno aggiunti al reddito accertato in un anno i ratei del mutuo in esso maturati.

Le motivazioni delle sentenze impugnate sono pertanto insufficienti o illogiche e, conseguentemente, le sentenze impugnate vanno cassate in accoglimento dell’unico motivo del ricorso dell’Agenzia e del terzo motivo del ricorso della contribuente, assorbiti gli altri, e la causa va rinviata a diversa sezione della CTR della Lombardia, allo stesso giudice si demanda di provvedere sulle spese del giudizio di legittimità.

P. Q. M.

La Corte riunisce le cause, accoglie per quanto di ragione i ricorsi, cassa le sentenze impugnate e rinvia la causa, anche per le spese del giudizio di legittimità, a diversa sezione della CTR della Lombardia.

Maternità e Divieto di licenziamento

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Una società sopprimeva il reparto dove l’addetta era una lavoratrice con un figlio di età inferiore all’anno, che veniva licenziata. Il licenziamento veniva dichiarato nullo dal Tribunale di Frosinone conformemente alla sentenza della Cassazione n. 10391/2005. La motivazione della nullità del licenziamento era trovata nell’eccezionalità della norma che, essendo interpretativa, trovava la sua applicabilità solo nell’ipotesi di chiusura totale dell’azienda. In merito alla chiusura di un reparto, la Cassazione in merito, è pervenuta alla stessa conclusione dichiarando che, nel caso di chiusura di un reparto, l’azienda deve dimostrare come il reparto sia totalmente estraneo al totale ciclo e deve dare prova di non essere in grado di poter impiegare la lavoratrice in un altro reparto.

Maternità e Divieto Di Licenziamento Tribunale Di Frosinone 9 Agosto 2011  

Una società sopprimeva il reparto dove l’addetta era una lavoratrice con un figlio di età inferiore all’anno, che veniva licenziata. Il licenziamento veniva dichiarato nullo dal Tribunale di Frosinone conformemente alla sentenza della Cassazione n. 10391/2005. La motivazione della nullità del licenziamento era trovata nell’eccezionalità della norma che, essendo interpretativa, trovava la sua applicabilità solo nell’ipotesi di chiusura totale dell’azienda. In merito alla chiusura di un reparto, la Cassazione in merito, è pervenuta alla stessa conclusione dichiarando che, nel caso di chiusura di un reparto, l’azienda deve dimostrare come il reparto sia totalmente estraneo al totale ciclo e deve dare prova di non essere in grado di poter impiegare la lavoratrice in un altro reparto. La Corte di Cassazione con la sentenza n. 3620 del 20 febbraio 2007, ha leggittimato la stessa interpretazione. “La cessazione dell’attività come ipotesi di deroga al divieto di licenziamento della lavoratrice madre ex articolo 54, può ricomprendere anche  la chiusura del reparto cui la lavoratrice è addetta, ma solo a condizione che la singola unità produttiva sia formalmente e strutturalmente autonoma e che non sussista nessuna possibilità di poter utilizzare la lavoratrice presso altro reparto o diversa struttura aziendale. ” E’ inoperante la deroga al divieto di licenziamento, anche nel caso di cessione del reparto ad un’altra azienda, prevedendo in tali casi la continuazione secondo ex articolo 2112. Il licenziamento è possibile nel caso di cessazione del contratto a termine. Il divieto di licenziamento opera solo sulla base dello stato oggettivo di gravidanza. La lavoratrice, per vedersi riconosciuta la nullità di licenziamento, deve provare soltanto l’esistenza del rapporto di lavoro, l’intimazione del licenziamento e delle condizioni che lo vietano. Sulla lavoratrice gravava l’onere della prova del suo stato di gravidanza entro 90 giorni dalla data del licenziamento. La giurisprudenza ha stabilito che tale obbligo è solo di carattere informativo e, nel caso di comportamento della lavoratrice teso ad occultare il proprio stato di gravidanza, non opera la deroga al divieto di licenziamento.   

Incentivi Economici per Assunzione di Apprendisti

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Nell’ottica di sviluppo dell’inserimento occupazione con il contratto di apprendistato, oggetto di riforma recente con il D. Lgs n. 167/2011, sono stati resi disponibili fondi per un totale di € 78. 150. 700,00. Le tipologie di apprendistato interessate sono i contratti di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale e i contratti di apprendistato professionalizzante. Domande dal 30 novembre 2011.

Incentivi Economici Per Assunzione Di Apprendisti                                                      

Nell’ottica di sviluppo dell’inserimento occupazione con il contratto di apprendistato, oggetto di riforma recente con il D. Lgs n. 167/2011, sono stati resi disponibili fondi per un totale di € 78. 150. 700,00. Le tipologie di apprendistato interessate sono i contratti di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale e i contratti di apprendistato professionalizzante. Il soggetto interessato alla gestione è, come per i finanziamenti AR. CO. , Italia Lavoro.

Il beneficio consiste in un contributo di € 4. 700,00 o di € 5. 500,00. Il primo importo è per ogni soggetto assunto con contratto di apprendistato professionalizzante a tempo pieno. Il secondo importo è stanziato per ogni apprendista assunto con contratto di apprendistato per la qualifica professionale a tempo pieno. L’erogazione avviene a seguito di particolari benefici da parte sia del datore di lavoro che del dipendente.

In particolare per i datori di lavoro: non aver cessato o sospeso l’attività;  essere in regola con l’applicazione del CCNL di riferimento, con la normativa sulla sicurezza e con i versamenti contributivi ed assicurativi; non aver riportato condanne; non trovarsi sottoposti a procedure di fallimento; essere in regola con quanto previsto dalle normative regionali dell’apprendistato;   non trovarsi in una delle situazioni di “difficoltà” previsti dagli orientamenti comunitari e non essere incorsi, negli ultimi 10 anni, in irregolarità definitivamente accertate dalle competenti autorità.

Per i lavoratori dipendenti:  possedere il requisito di soggetto svantaggiato come definito dal reg. 800/2008; il rispetto del vincolo di età per l’assunzione di apprendisti; non avere avuto rapporti di lavoro negli ultimi 12 mesi con il soggetto beneficiario la cui cessazione sia stata determinata da cause diverse dalla naturale scadenza del contratto.  La domanda va presentata a partire dalle ore 10:00 del 30 novembre 2012 fino al 31 dicembre 2012 salvo esaurimento delle risorse disponibili.  

In arrivo bando da 10 milioni per la formazione aziendale

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In arrivo bando da 10 milioni per la formazione aziendale

In arrivo bando da 10 milioni per la formazione aziendale

”Entro la fine dell’anno è in arrivo un bando da 10 milioni di euro per la formazione dei dipendenti di aziende per migliorare le loro competenze.

Tra i settori individuati ci sono l’audiovisivo e il comparto informazione e comunicazione, proprio a testimoniare l’interesse verso un settore che magari non viene identificato come produttore di ricchezza, non essendo una fabbrica, però ha numeri di gran lunga superiori ad altre realtà industriali del nostro territorio”.

Ad annunciarlo ai cronisti, a margine della presentazione di una proposta di legge regionale sull’Informazione e la comunicazione, l’assessore regionale a Lavoro e Formazione Mariella Zezza, la quale ha sottolineando che ”il bando riguarderà la formazione aziendale, ed è previsto che anche le aziende di formazione e comunicazione possano accedere, cosa che in passato non è mai avvenuta”

La Regione Lazio concede contributi in conto capitale a consorzi costituiti in forma di società anche cooperativa tra imprese industriali e/ o artigiane

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La Regione Lazio concede contributi in conto capitale a consorzi costituiti in forma di società anche cooperativa tra imprese industriali e/ o artigiane

La Regione Lazio concede contributi in conto capitale a consorzi costituiti in forma di società anche cooperativa tra imprese industriali e/ o artigiane, in numero non inferiore a nove, le quali dimostrino di essere in possesso delle concessioni edilizie rilasciate ai sensi della legge 28 gennaio 1977, n. 10, od abbiano assolto gli obblighi derivanti dalla legge 28 febbraio 1985, n. 47.

Incentivi a consorzi di imprese industriali ed artigiane operanti in insediamenti produttivi.
La Regione Lazio concede contributi in conto capitale a consorzi costituiti in forma di società anche cooperativa tra imprese industriali e/ o artigiane, in numero non inferiore a nove, le quali dimostrino di essere in possesso delle concessioni edilizie rilasciate ai sensi della legge 28 gennaio 1977, n. 10, od abbiano assolto gli obblighi derivanti dalla legge 28 febbraio 1985, n. 47.

I contributi riguardano la realizzazione di:

a)      strutture comuni destinate al servizio delle imprese associate, ivi compresi i centri di elaborazione dati, che attivino processi di sviluppo dell’ intera aerea;

b)     infrastrutture primarie di completamento al servizio dell’ area;

c)      impianti in comune di depurazione degli scarichi industriali delle imprese associate;

d)     impianti in comune che consentano il risparmio dell’ utilizzazione delle acque e/ o il recupero delle sostanze disperse;

e)      impianti in comune che consentano l’ utilizzazione di sorgenti di energia alternativa.

Detti contributi di cui al precedente articolo sono stabiliti, in favore dei consorzi che operano nel territorio della Regione Lazio, nella misura massima del 50 per cento della spesa ritenuta ammissibile

Pubblicato il regolamento del Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo 15 milioni a favore delle produzioni di cinema e audiovisivo nel Lazio

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Pubblicato il regolamento del Fondo regionale per il cinema e l'audiovisivo 15 milioni a favore delle produzioni di cinema e audiovisivo nel Lazio

Regolamento del Fondo regionale per cinema e udiovisivo

Pubblicato il regolamento del Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo 15 milioni a favore delle produzioni di cinema e audiovisivo nel Lazio

Pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 45 del 7 dicembre 2011 la Delibera di Giunta Regionale n. 578 concernente “Interventi regionali in materia di cinema ed audiovisivo (ex art. 1, commi 107, 108 e 109 della legge regionale 13 agosto 2011, n. 12). In allegato è possibile scaricare il testo della delibera, le modalità e i criteri per la concessione delle sovvenzioni (allegato A) e la modulistica per l’istanza di richiesta delle sovvenzioni (allegato B) Le imprese cinematografiche potranno dunque inviare le domande di sovvenzione dal 7 dicembre, fino al 31 dicembre.

 

Chi può usufruirne?

Potranno richiedere sovvenzioni quelle produzioni di opere cinematografiche e audiovisive, realizzate nel 2011, riconosciute come prodotto culturale, che abbiano speso nel territorio del Lazio almeno il 40% del proprio budget. Nei casi in cui le opere cinematografiche o audiovisive siano state realizzate in tutto o in parte in teatri di posa situati all’interno della Regione Lazio, è previsto che l’entità della sovvenzione venga aumentata in misura pari al 10% delle spese sostenute per l’utilizzo degli stessi teatri di posa e i servizi annessi.

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