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giovedì 4 Dicembre 2025

Bonus libri scolastici 2026: arriva la deducibilità fiscale per la scuola dell’obbligo

Nel 2026 potrebbe arrivare una svolta importante per le famiglie italiane con figli in età scolastica: i libri scolastici diventeranno deducibili fiscalmente. Un emendamento alla Legge di Bilancio 2025, attualmente in discussione parlamentare, prevede uno stanziamento di 20 milioni di euro destinato proprio a introdurre una nuova deducibilità fiscale per l’acquisto dei libri di testo obbligatori per la scuola dell’obbligo. L’obiettivo è quello di alleviare il carico economico delle famiglie, sempre più gravato da spese scolastiche in costante aumento, e allo stesso tempo incentivare l’adempimento scolastico.

Il provvedimento risponde a una richiesta concreta e reiterata da parte delle associazioni dei consumatori e delle famiglie italiane: attualmente, infatti, le spese per libri scolastici non rientrano tra le spese detraibili o deducibili nel 730, ad eccezione di alcuni casi legati all’istruzione secondaria superiore privata o universitaria. L’introduzione di questo bonus rappresenterebbe dunque una novità assoluta nel panorama fiscale italiano, destinata a incidere direttamente sul bilancio familiare, soprattutto per i nuclei con più figli a carico.

Il bonus, previsto a partire dal periodo d’imposta 2026, sarà disponibile per le famiglie con figli iscritti alla scuola primaria e secondaria di primo grado, ovvero la scuola dell’obbligo, come definita dalla normativa italiana. La misura, se confermata, si tradurrà in una riduzione concreta dell’IRPEF, grazie alla possibilità di dedurre parte della spesa sostenuta per i libri scolastici direttamente dal reddito imponibile.

Spese libri scolastici

Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), oltre 7 milioni di studenti frequenteranno la scuola dell’obbligo nell’anno scolastico 2025/2026. Un numero enorme, che dà la misura dell’impatto potenziale dell’emendamento alla Legge di Bilancio 2025, se confermato. Attualmente, però, la situazione è ben diversa e molto frammentata: i libri scolastici sono gratuiti solo per la scuola primaria, grazie a un finanziamento pubblico pari a circa 103 milioni di euro l’anno, gestito a livello comunale attraverso la cedola libraria, come stabilito dalla normativa regionale.

Per le scuole secondarie di primo e secondo grado, invece, non esiste una gratuità generalizzata. Le famiglie devono far fronte da sole alla spesa per i testi, con un’eccezione parziale: interventi di fornitura gratuita o semigratuita, previsti dall’art. 27 della Legge 448/1998, destinati però solo ai nuclei con redditi bassi, tramite contributi comunali finanziati dalle Regioni.

A livello fiscale, la normativa attuale non prevede la possibilità di detrarre l’acquisto dei libri scolastici per queste scuole. L’Agenzia delle Entrate ha più volte chiarito che la detrazione IRPEF per spese d’istruzione (19%) non copre i testi scolastici, rendendo la spesa completamente a carico delle famiglie.

L’emendamento in arrivo cambierebbe le regole: la nuova misura introdurrebbe una deduzione fiscale dal reddito complessivo, ai sensi dell’art. 10 del TUIR, rendendo il beneficio automaticamente applicabile in dichiarazione dei redditi, seppure nei limiti e condizioni che saranno stabiliti con il testo definitivo.

Risparmio fiscale e giustizia sociale

L’introduzione della deducibilità fiscale per le spese relative ai libri scolastici rappresenta una potenziale rivoluzione fiscale e sociale, che potrebbe portare benefici tangibili a milioni di famiglie italiane. A differenza delle detrazioni, che si applicano sull’imposta da pagare, la deduzione agisce direttamente sul reddito imponibile, riducendo la base su cui viene calcolata l’IRPEF. Questo significa che, soprattutto per i contribuenti appartenenti a scaglioni di reddito medio-alti, il vantaggio economico sarà più significativo.

Ma non si tratta solo di un vantaggio fiscale. Questa misura ha anche una forte valenza sociale: interviene in un ambito, quello dell’istruzione obbligatoria, che rappresenta un diritto fondamentale e uno dei pilastri della crescita del Paese. L’attuale sistema, basato su interventi locali per le famiglie a basso reddito, rischia spesso di creare disparità territoriali e accesso diseguale ai benefici. La nuova deduzione, invece, sarebbe nazionale, strutturata e potenzialmente accessibile a tutti, garantendo maggiore equità e uniformità.

Inoltre, la deducibilità dei libri scolastici può contribuire indirettamente a combattere la dispersione scolastica e a incentivare la frequenza, soprattutto nelle aree meno sviluppate, dove anche il costo dei testi può rappresentare un ostacolo. In un contesto di inflazione ancora alta e di aumenti generalizzati del costo della vita, la possibilità di alleggerire questa voce di spesa può trasformarsi in un aiuto concreto per il bilancio familiare e un passo avanti nella promozione del diritto allo studio.

Bonus libri scolastici 2026 - Commercialista.it

Requisiti e limiti attesi

Sebbene il testo definitivo dell’emendamento debba ancora essere approvato in via ufficiale, le prime indiscrezioni delineano i principi chiave del nuovo beneficio fiscale. La deduzione sarà applicabile alle spese sostenute per l’acquisto dei libri scolastici obbligatori, adottati dalle scuole statali e paritarie nell’ambito della scuola dell’obbligo. Il riferimento normativo sarà l’articolo 10 del TUIR, che disciplina le deduzioni dal reddito complessivo, ossia quelle spese che abbassano direttamente il reddito su cui calcolare l’imposta.

È importante distinguere la deduzione dalla detrazione: mentre quest’ultima riduce l’imposta da pagare, la deduzione riduce l’imponibile IRPEF, risultando particolarmente vantaggiosa nei confronti dei contribuenti con redditi medio-alti, che si trovano negli scaglioni fiscali più elevati. Se ad esempio una famiglia spende 400 euro per libri scolastici e ha un’aliquota marginale del 38%, potrebbe ottenere un risparmio effettivo di circa 150 euro.

La misura sarà probabilmente soggetta a limiti di spesa annuale, sia per evitare abusi che per mantenere l’equilibrio dei conti pubblici. Potrebbero essere previsti anche paletti ISEE, come già avviene per altri benefici fiscali e sociali, ma al momento non ci sono certezze in merito. Un altro aspetto fondamentale sarà la modalità di certificazione della spesa, che dovrà essere documentata con fatture o scontrini parlanti per essere ammessa in dichiarazione.

La deduzione sarà molto probabilmente precompilata nel 730, attraverso l’invio dei dati da parte degli esercizi commerciali accreditati, analogamente a quanto già avviene per le spese sanitarie. Questo garantirà semplificazione, tracciabilità e minore rischio di errori o contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Impatto economico 

Lo stanziamento previsto per introdurre la deducibilità fiscale dei libri scolastici ammonta, secondo l’emendamento, a 20 milioni di euro a partire dal 2026. Una cifra che, sebbene contenuta rispetto al totale della spesa pubblica, rappresenta un segnale politico chiaro: il Governo intende rafforzare il sostegno alle famiglie e incentivare l’investimento nell’istruzione, anche tramite leve fiscali. In un contesto in cui la Legge di Bilancio 2025 è fortemente condizionata dalle necessità di contenimento del deficit e dalle richieste dell’Unione Europea, l’inserimento di una misura a favore delle famiglie è stato accolto con interesse da parte dell’opinione pubblica.

Le reazioni delle associazioni familiari e dei consumatori sono state nel complesso positive. In particolare, si sottolinea come questa deduzione potrebbe ridurre le diseguaglianze tra i cittadini, colmando le attuali differenze tra chi risiede in Comuni virtuosi (che forniscono contributi per i libri scolastici) e chi invece si trova in territori con risorse limitate. Anche i Comuni e le Regioni potrebbero beneficiare indirettamente della misura, poiché una parte della spesa oggi sostenuta con fondi locali verrebbe alleggerita dal nuovo strumento fiscale a livello nazionale.

Tuttavia, resta da capire come sarà strutturata la deduzione e se basteranno i fondi stanziati. Alcuni esperti ritengono che il budget previsto sia sufficiente solo per una deduzione parziale o vincolata a specifiche fasce di reddito. Il Governo potrebbe dover affrontare un delicato equilibrio: garantire un beneficio diffuso, ma senza generare nuovi squilibri o iniquità. In ogni caso, l’inserimento della misura nel testo della manovra rappresenta un primo passo significativo verso una maggiore equità fiscale legata al diritto allo studio.

Bonus libri scolastici 2026 - Commercialista.it

Come prepararsi

Anche se la deducibilità dei libri scolastici entrerà in vigore solo a partire dal 2026, è utile che le famiglie inizino fin da ora a prepararsi all’introduzione della misura, sia dal punto di vista organizzativo che documentale. La prima cosa da fare è abituarsi a conservare correttamente scontrini e fatture relativi all’acquisto dei testi scolastici, possibilmente richiedendo documenti fiscali “parlanti”, ovvero completi di codice fiscale dell’acquirente. Queste abitudini potranno rivelarsi fondamentali per beneficiare del bonus in modo corretto, soprattutto se la spesa verrà tracciata attraverso sistemi precompilati come avviene per le spese mediche.

Un altro aspetto da monitorare nei prossimi mesi riguarda le modalità operative che verranno definite dai decreti attuativi: limiti di spesa annuale, eventuali soglie ISEE per l’accesso al beneficio, tipologie di testi ammessi alla deduzione (ad esempio solo cartacei o anche digitali), e meccanismi di trasmissione dei dati agli enti fiscali. Tutti elementi che faranno la differenza sull’efficacia della misura e sul reale vantaggio economico per le famiglie.

In attesa dei dettagli definitivi, sarà anche importante che professionisti del settore fiscale si aggiornino tempestivamente, in modo da fornire supporto concreto alle famiglie nella compilazione del 730 o del modello Redditi quando la novità sarà effettivamente operativa.

Deduzione o detrazione

Quando si parla di agevolazioni fiscali, spesso si fa confusione tra deduzioni e detrazioni, ma la differenza è sostanziale, soprattutto in termini di impatto sul portafoglio delle famiglie. Con la nuova misura in arrivo dal 2026, il Governo ha scelto di puntare su una deduzione fiscale dal reddito complessivo (ex art. 10 del TUIR), anziché su una detrazione dall’imposta.

Ma cosa cambia nella pratica?

  • La detrazione si applica sull’imposta da pagare (IRPEF). Ad esempio, se una famiglia spende 300 euro in libri e ha diritto a una detrazione del 19%, risparmierà 57 euro.

  • La deduzione, invece, riduce il reddito imponibile su cui si calcola l’IRPEF. Se una famiglia con un’aliquota marginale del 38% deduce 300 euro, il risparmio fiscale sarà di 114 euro. Più che raddoppiato rispetto alla detrazione.

Questo significa che, a parità di spesa, la deduzione garantisce un risparmio maggiore, soprattutto per chi ha redditi medi o alti. Tuttavia, è importante sottolineare che questo tipo di agevolazione può risultare meno vantaggiosa per chi ha redditi bassi, o per chi non raggiunge la soglia minima di tassazione, poiché non sempre ci sarà un reale beneficio economico.

Il legislatore dovrà quindi valutare se introdurre correttivi, ad esempio un sistema misto deduzione/detrazione o un credito d’imposta per i redditi più bassi, in modo da garantire equità orizzontale tra i contribuenti e permettere a tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito, di godere del beneficio.

Conclusione

La deducibilità dei libri scolastici prevista a partire dal 2026 rappresenta una novità fiscale di grande rilievo, destinata ad avere effetti positivi non solo sul bilancio familiare, ma anche sul sistema scolastico nel suo complesso. In un’Italia dove le spese legate all’istruzione gravano pesantemente sulle famiglie, soprattutto quelle con più figli, ogni intervento che alleggerisce il carico economico è un segnale importante di attenzione da parte delle istituzioni.

Il meccanismo della deduzione, se ben strutturato e accompagnato da un sistema chiaro di documentazione e limiti di spesa, può diventare un valido strumento di politica fiscale e sociale, promuovendo l’accesso equo alla scuola dell’obbligo e riducendo le diseguaglianze territoriali e reddituali. È fondamentale però che, nei prossimi mesi, il Governo definisca con precisione modalità, requisiti e beneficiari, evitando che la misura resti sulla carta o che favorisca solo una parte della popolazione.

Nel frattempo, è consigliabile che le famiglie inizino a organizzarsi nella gestione e conservazione della documentazione fiscale, e che seguano con attenzione l’evoluzione normativa. Se confermata e potenziata nel tempo, questa deduzione potrebbe rappresentare il primo passo verso un fisco più attento alle reali esigenze educative dei cittadini, contribuendo a costruire una società più istruita, equa e fiscalmente sostenibile.

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