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mercoledì 2 Ottobre 2024

IL CONGEDO PARENTALE AI TEMPI DEL COVID-19

Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativo dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del bambino durante i suoi primi anni di vita; è rivolto alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti e spetta sia ai genitori naturali che a quelli affidatari ed adottivi che sono come stabilisce l’INPS in “costanza di rapporto di lavoro”; se il rapporto di lavoro cessa all’inizio o durante il periodo di congedo, il diritto al congedo viene meno dalla data di interruzione del contratto.

IL CONGEDO PARENTALE AI TEMPI DEL COVID-19

Analisi del congedo parentale così come disciplinato dal decreto legge recante misure di potenziamento del servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per le famiglie, lavoratori ed imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativo dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del bambino durante i suoi primi anni di vita; è rivolto alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti e spetta sia ai genitori naturali che a quelli affidatari ed adottivi che sono come stabilisce l’INPS in “costanza di rapporto di lavoro”; se il rapporto di lavoro cessa all’inizio o durante il periodo di congedo, il diritto al congedo viene meno dalla data di interruzione del contratto.

Il nuovo strumento giuridico adottato dal governo con il decreto “cura Italia” prevede all’articolo 22, il congedo parentale straordinario retribuito e quello non retribuito per tutti i genitori lavoratori dipendenti del settori pubblico e privato e per quelli iscritti in via esclusiva alla gestione separata; se si ha diritto all’indennità questa è estesa anche ai genitori lavoratori iscritti all’INPS.

Per poter avere diritto al congedo parentale è necessario che entrambi i genitori lavorino e nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa.

IL CONGEDO PARENTALE STRAORDINARIO RETRIBUITO

Il congedo parentale straordinario retribuito della durata di 15 giorni è la soluzione prevista dal Governo per aiutare i genitori di tutta Italia a poter far fronte meglio alla chiusura delle scuole ed alla necessità di passare più tempo in casa con i propri figli; il nuovo strumento si rivolge ai genitori che hanno figli minori di 12 anni, essi possono ottenere un congedo straordinario fino a 15 giorni (continuativi o frazionati) avendo diritto ad una retribuzione pari alla metà dello stipendio solitamente percepito, oppure sempre a propria scelta un/365 del reddito annuo dichiarato per ogni giorno di congedo, nel caso dei genitori iscritti in via esclusiva alla gestione separata INPS (inclusi i lavoratori autonomi). Entrambi i genitori possono beneficiare del congedo ma separatamente.

CONGEDO PARENTALE STRAORDINARIO NON RETRIBUITO

Anche i genitori di bambini e ragazzi di età compresa tra i 12 e i 16 anni possono richiedere un congedo parentale straordinario, in questo caso però non sarà retribuito; i 15 giorni massimi di assenza dal lavoro non figureranno come ferie ma non saranno riconosciti nemmeno al 50 % in busta paga come nel caso del congedo retribuito e non saranno riconosciuti nemmeno come contribuzione figurativa.

Nessun datore di lavoro potrà licenziare il dipendente che usufruisce del congedo parentale straordinario in osservanza del principio enunciato dal governo secondo cui <”nessuno perderà il posto di lavoro per il coronavirus”.

 

COME RICHIDERLO

Per ottenere il congedo parentale così come disciplinato dal decreto “Cura Italia” è necessario fare domanda all’INPS anche se al momento non ci sono indicazioni in merito; per il momento sappiamo che l’INPS sulla base delle domande pervenute provvede al monitoraggio comunicando con il Miniestero dell’economia e con il ministero del lavoro; il limite di spesa per il 2020 dovrebbe essere di 1

Ciò che sappiamo è che l’INPS, sulla base delle domande pervenute provvede al monitoraggio comunicando con il ministero dell’Economia e con il ministero del Lavoro. Il limite di spesa stabilito per il 2020 dovrebbe essere di € 1. 261,1 milioni, di conseguenza, qualora il monitoraggio dovesse dare risultati che lo superino, l’INPS provvederà al rigetto delle domande presentate.

Lo stesso vale per i genitori del settore pubblico che faranno domanda attraverso i canali telematici dell’INPS e attraverso modalità che saranno stabilite dallo stesso Istituto.

Qualora, come abbiamo visto per il privato, si dovesse superare il limite di spesa stabilito che in questo caso dovrebbe essere di 30 milioni di euro, l’INPS rigetterà le domande.  

Per qualsiasi informazione rispondete alla seguente email: RISPARMIOLECITO@NETWORKFISCALE. COM

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