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mercoledì 4 Giugno 2025

Incentivi autoimpiego under 35: esonero contributivo e bonus INPS per start-up nei settori strategici

In un contesto economico ancora incerto, dove i giovani under 35 incontrano difficoltà nell’accedere al mondo del lavoro, il Decreto Coesione, approvato nel maggio 2024, introduce per il 2025 una serie di incentivi concreti per l’autoimpiego e l’avvio di nuove imprese. L’obiettivo è stimolare l’imprenditorialità giovanile, soprattutto nelle aree svantaggiate e nei settori ritenuti strategici per la crescita del Paese.

Le misure del DL Coesione, operative nel 2025, si configurano come un’opportunità reale per tanti giovani con idee e spirito d’iniziativa, ma senza i mezzi economici per partire. Attraverso finanziamenti agevolati, contributi a fondo perduto e assistenza tecnica, il Governo vuole trasformare le ambizioni di molti in storie di successo.

In questo articolo analizziamo nel dettaglio chi può accedere agli incentivi, quali sono le condizioni da rispettare, i settori coinvolti e le modalità pratiche per avviare un’attività. Una guida pratica, aggiornata e pensata per i giovani che vogliono diventare protagonisti del loro futuro professionale.

Esonero contributivo e contributo diretto

Il Decreto Coesione ha introdotto per il biennio 2024-2025 due misure strutturali che puntano a rilanciare l’imprenditoria giovanile e l’occupazione stabile nei settori ad alto potenziale: l’esonero contributivo per le assunzioni e il contributo mensile per l’avvio di nuove imprese.

Si tratta di incentivi pensati in ottica di lungo periodo, con orizzonte temporale fino al 31 dicembre 2028, per assicurare continuità e sostenibilità al rilancio economico.

La prima misura riguarda le aziende che assumono giovani under 35 con contratto a tempo indeterminato. A partire dal 1° luglio 2024 e fino al 31 dicembre 2025, le imprese potranno beneficiare di un esonero totale dalla quota contributiva a proprio carico fino a un massimo di 800 euro mensili per lavoratore, per una durata massima di 36 mesi.

Questa misura, tuttavia, non si applica ai rapporti di apprendistato e al lavoro domestico, e sarà effettiva solo previa autorizzazione della Commissione europea. Inoltre, non è cumulabile con altri esoneri, ma è compatibile con la deduzione prevista dal D.Lgs. 216/2023, offrendo quindi un doppio vantaggio fiscale.

La seconda misura è un incentivo diretto ai giovani imprenditori, erogato tramite l’INPS: un contributo mensile di 500 euro per chi avvia un’attività nei settori strategici, fino a un massimo di tre anni. L’erogazione sarà anticipata su base annuale, e il contributo non concorrerà alla formazione del reddito imponibile.

Ma attenzione: l’effettiva erogazione è subordinata alla capienza territoriale dei fondi regionali e alla registrazione nel Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (RNA). Inoltre, in caso di accesso indebito, è prevista la restituzione integrale e responsabilità penale.

Come funzionano gli incentivi

Il DL Coesione introduce un pacchetto integrato per favorire le nuove imprese nei settori strategici, combinando due strumenti distinti ma complementari: l’esonero contributivo per i datori di lavoro e il contributo mensile per il giovane imprenditore. Entrambe le misure possono essere attivate contemporaneamente, generando un vantaggio economico importante nei primi anni di attività.

L’esonero contributivo consiste nella totale riduzione dei contributi previdenziali (escluso INAIL) a carico dell’impresa che assume giovani under 35 con contratto a tempo indeterminato. Il beneficio può raggiungere un massimo di 800 euro al mese per lavoratore, per una durata di 3 anni, ma comunque non oltre il 31 dicembre 2028. L’incentivo è valido solo per assunzioni effettuate tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025, in linea con gli obiettivi temporali della misura.

Parallelamente, per chi avvia una nuova impresa nei settori strategici, è previsto un contributo mensile di 500 euro, totalmente esente da tassazione, che verrà erogato in anticipo su base annuale. Anche questo incentivo ha una durata massima di tre anni, e non concorre alla formazione del reddito imponibile, rappresentando così un aiuto concreto nella fase iniziale dell’attività.

Riepilogo delle misure principali

Incentivi autoimpiego under 35- Commercialista.it

Queste due misure possono coesistere, favorendo l’assunzione e il consolidamento di nuove realtà imprenditoriali, soprattutto nelle prime fasi, dove i costi rappresentano uno dei principali ostacoli alla sopravvivenza e allo sviluppo.

Incentivi autoimpiego under 35- Commercialista.it

Settori strategici e aree prioritarie

Il cuore degli incentivi introdotti dal Decreto Coesione 2024-2025 è il sostegno all’autoimpiego giovanile nei settori strategici, ovvero quei comparti ritenuti prioritari per lo sviluppo economico e l’innovazione del Paese.

L’obiettivo è duplice: da un lato, stimolare la creazione di nuove imprese da parte di giovani under 35, dall’altro, indirizzare queste energie verso attività che generano valore aggiunto, occupazione qualificata e sostenibilità.

Sebbene l’elenco dettagliato dei settori strategici venga aggiornato dai ministeri competenti (principalmente Ministero per le Imprese e il Made in Italy, e Ministero del Lavoro), tra i comparti già indicati o altamente probabili rientrano:

  • Tecnologie digitali (cybersecurity, AI, IoT)

  • Transizione ecologica (energie rinnovabili, economia circolare)

  • Agricoltura innovativa e agroalimentare sostenibile

  • Turismo esperienziale e sostenibile

  • Servizi alla persona, in particolare per l’assistenza agli anziani

  • Industria 4.0 e manifattura avanzata

L’incentivo è accessibile su tutto il territorio nazionale, ma una particolare attenzione è riservata alle cosiddette aree svantaggiate: regioni del Sud, aree interne e zone ad alto tasso di disoccupazione giovanile. In questi territori, i fondi sono gestiti a livello regionale, e l’erogazione degli incentivi sarà subordinata alla disponibilità locale delle risorse.

Questo significa che, prima di avviare l’attività, sarà fondamentale verificare la capienza dei fondi nella propria regione, anche perché l’INPS autorizzerà l’accesso al beneficio solo in presenza di fondi disponibili, secondo quanto previsto dal Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (RNA).

Procedure e documentazione

L’accesso agli incentivi per l’autoimpiego under 35 avviene esclusivamente per via telematica, attraverso la piattaforma dell’INPS, che gestirà sia la misura dell’esonero contributivo che quella del contributo mensile per le attività imprenditoriali. Sarà l’INPS, con apposita circolare, a fornire istruzioni operative dettagliate su tempi, moduli e modalità di trasmissione, ma alcune indicazioni fondamentali sono già state anticipate dal decreto.

In particolare, per il contributo all’attività imprenditoriale, la domanda va presentata entro 30 giorni dalla data di costituzione della nuova impresa, oppure, se il decreto attuativo viene pubblicato successivamente, entro 30 giorni dalla pubblicazione dello stesso. Questo aspetto è cruciale: chi sfora il termine rischia di perdere il diritto all’agevolazione.

La domanda dovrà contenere informazioni puntuali e complete. Ecco l’elenco dei dati richiesti:

  • Dati identificativi dell’impresa e del fondatore;

  • Codice ATECO dell’attività, per verificare l’aderenza ai settori strategici ammessi;

  • Per l’esonero contributivo: dati del lavoratore assunto, incluso il tipo di contratto (che deve essere a tempo indeterminato);

  • Dettagli del contratto: retribuzione, aliquota contributiva applicata e una dichiarazione di non cumulo con altri incentivi di natura contributiva.

Le informazioni fornite saranno verificate dall’INPS e registrate nel Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (RNA). Eventuali errori, omissioni o dichiarazioni non veritiere comporteranno la revoca dei benefici, l’obbligo di restituzione delle somme percepite e l’eventuale apertura di un procedimento penale, in caso di frode.

Vantaggi

Gli incentivi all’autoimpiego previsti dal Decreto Coesione non sono solo misure assistenziali: rappresentano vere e proprie leve di competitività per i giovani imprenditori che intendono costruire un progetto economico sostenibile e innovativo. In particolare, la combinazione tra esonero contributivo e contributo diretto mensile permette di alleggerire significativamente la pressione finanziaria durante la fase più delicata: quella dell’avvio dell’attività.

Per un’impresa che assume anche solo un collaboratore under 35 a tempo indeterminato, l’esonero contributivo può generare un risparmio massimo di 28.800 euro in tre anni (800 euro al mese per 36 mesi). Questo taglio del costo del lavoro consente alle imprese di reinvestire nella crescita, migliorare la liquidità aziendale e ridurre il rischio di insolvenza nei primi esercizi fiscali.

In parallelo, il contributo di 500 euro mensili ricevuto direttamente dal giovane imprenditore – che non fa reddito ai fini IRPEF – consente di coprire parte delle spese fisse mensili, come affitti, utenze o software gestionali. In tre anni, questo contributo può arrivare a 18.000 euro complessivi, e poiché è erogato in anticipo su base annuale, può diventare un prezioso strumento di programmazione finanziaria. È da considerare a tutti gli effetti una forma di micro-finanziamento a fondo perduto, accessibile senza garanzie bancarie.

Un ulteriore vantaggio è la compatibilità dell’esonero contributivo con la deduzione prevista dal D.Lgs. 216/2023 (deduzione integrale del costo del lavoro dei neoassunti a tempo indeterminato), che amplia i benefici fiscali nel bilancio aziendale. Questo significa che l’impresa può dedurre totalmente il costo dei nuovi assunti, aumentando l’utile netto o riducendo le perdite d’esercizio.

In sintesi, si tratta di una manovra incentivante dal valore potenziale superiore ai 45.000 euro in tre anni, se considerata nel suo complesso, con un impatto reale e misurabile sulla sostenibilità delle start-up under 35.

Incentivi autoimpiego under 35- Commercialista.it

Errori da evitare

Nonostante la portata ampia delle misure previste dal Decreto Coesione, non tutti possono accedere agli incentivi. È quindi fondamentale conoscere in anticipo i casi di esclusione e le cause di decadenza per evitare brutte sorprese in fase di controllo o revisione da parte dell’INPS o dell’Agenzia delle Entrate.

Esclusioni soggettive e oggettive

Tra i soggetti esclusi rientrano:

  • Datori di lavoro che attivano rapporti di apprendistato o lavoro domestico: questi contratti, pur essendo a tempo indeterminato, non rientrano tra quelli ammessi all’esonero contributivo.

  • Imprese che beneficiano di altri esoneri contributivi o agevolazioni simili: il decreto stabilisce chiaramente che l’incentivo non è cumulabile con altri regimi di esonero o riduzione contributiva.

  • Start-up non rientranti nei settori strategici o con codice ATECO non compatibile: l’inquadramento settoriale è fondamentale. Un codice errato o marginale può determinare l’esclusione automatica dal contributo mensile.

  • Imprese che non rispettano i criteri di nuova costituzione: solo le attività avviate dal 1° luglio 2024 rientrano nel perimetro, e solo se la domanda viene presentata entro i termini previsti (30 giorni).

Errori frequenti da evitare

Molti giovani imprenditori, presi dall’entusiasmo o dalla fretta, rischiano di compromettere l’accesso ai benefici per errori evitabili, come:

  • Presentazione tardiva della domanda;

  • Mancata registrazione dell’aiuto nel Registro Nazionale degli Aiuti di Stato (RNA);

  • Dichiarazioni mendaci o incomplete (es. indicare retribuzioni non congrue o cumuli indebiti con altre agevolazioni);

  • Assenza dei requisiti soggettivi, come l’età anagrafica del lavoratore o del titolare.

Ricorda: la normativa prevede verifiche ex post da parte dell’INPS e, in caso di irregolarità, la revoca totale dei benefici, la restituzione delle somme percepite e, nei casi più gravi, l’apertura di procedimenti penali. È quindi essenziale agire con precisione, trasparenza e documentazione accurata.

Strategie per massimizzare gli incentivi

Per trasformare gli incentivi all’autoimpiego in un reale vantaggio competitivo, non basta conoscerli: è fondamentale pianificarne l’uso in modo strategico, integrandoli all’interno di un piano di business sostenibile e fiscalmente efficiente. L’accesso alle agevolazioni deve essere visto come parte di un percorso strutturato, in cui ogni scelta – dal codice ATECO alla forma giuridica – può influire sul risultato finale.

1. Pianificazione preventiva: scegliere bene fin dall’inizio

Uno degli errori più comuni è avviare l’impresa senza valutare il corretto codice ATECO, oppure optare per una forma giuridica non coerente con la struttura dell’attività. Prima di costituire l’azienda, è consigliabile confrontarsi con un professionista per:

  • Selezionare il settore corretto tra quelli strategici ammessi;

  • Scegliere il regime fiscale più favorevole (forfettario, ordinario, SRL semplificata);

  • Valutare se ci sono altri bandi regionali cumulabili (es. voucher digitali, contributi macchinari).

2. Ottimizzare la deducibilità fiscale

Come già accennato, l’esonero contributivo è compatibile con la deduzione prevista dal D.Lgs. 216/2023. Questo consente di dedurre integralmente il costo del lavoro dei nuovi assunti nei primi esercizi fiscali, generando un ulteriore risparmio sul reddito d’impresa. È un’ottima leva fiscale che può abbattere l’utile tassabile o aumentare le perdite deducibili in fase di start-up.

3. Cash flow e utilizzo del contributo mensile

Il contributo di 500 euro mensili, se ben gestito, può coprire una quota rilevante dei costi fissi: bollette, coworking, software, commercialista. Poiché viene erogato in anticipo su base annuale, può essere usato anche per pianificare micro-investimenti, come:

  • Campagne di lancio marketing;

  • Acquisto di strumenti digitali (CRM, e-commerce);

  • Spese per l’iscrizione a fiere o marketplace.

Infine, è cruciale tenere traccia di ogni spesa, organizzare correttamente la documentazione e archiviare in modo digitale le prove dei costi, così da facilitare eventuali controlli INPS e RNA.

Casi pratici e simulazioni

Per comprendere appieno l’utilità del pacchetto incentivi introdotto dal DL Coesione, è utile analizzare alcuni esempi concreti, in cui simuliamo l’avvio di una piccola impresa giovanile e il relativo risparmio derivante da esonero contributivo e contributo INPS.

Caso 1: Start-up con un lavoratore assunto

Immaginiamo una start-up nel settore digitale, avviata da un under 35 in Campania il 1° agosto 2024. L’impresa assume un altro giovane (30 anni), con contratto a tempo indeterminato e stipendio lordo di 1.500 euro mensili.

  • Esonero contributivo: il datore risparmia 800 euro al mese di contributi per 36 mesi = 28.800 euro totali.

  • Contributo mensile al fondatore: 500 euro x 36 mesi = 18.000 euro.

  • Totale incentivi ricevuti: 46.800 euro in 3 anni.

In assenza di questi incentivi, il datore avrebbe dovuto sostenere integralmente i costi contributivi, riducendo drasticamente il margine operativo lordo.

Caso 2: Microimpresa a conduzione individuale

Una ragazza di 26 anni apre una microimpresa agricola sostenibile in Basilicata, senza assumere dipendenti nei primi due anni. Anche senza accedere all’esonero, può richiedere il contributo di 500 euro/mese, che in tre anni le garantisce 18.000 euro netti, non tassabili, da impiegare in:

  • Spese per sementi e attrezzature;

  • Acquisto di un piccolo mezzo agricolo;

  • Servizi professionali e marketing.

In questo caso, il contributo agisce come sostegno diretto alla redditività dell’attività, evitando ricorso a debiti o finanziamenti bancari onerosi.

Caso 3: Start-up con 2 assunzioni e contributo cumulato

Un giovane imprenditore apre a gennaio 2025 una società nel settore turistico sostenibile in Sardegna, e assume due under 35 con contratto a tempo indeterminato. Oltre al contributo personale, beneficia di:

  • Esonero contributivo per 2 lavoratori: 800 x 2 x 36 mesi = 57.600 euro.

  • Contributo mensile proprio: 500 x 36 = 18.000 euro.

  • Totale benefici ricevuti: 75.600 euro in tre anni.

Numeri come questi dimostrano che il pacchetto incentivi non è simbolico: è una leva concreta per sostenere investimenti, occupazione e solidità finanziaria.

DL Coesione vs altri incentivi

Chi desidera avviare un’impresa da giovane oggi ha a disposizione un ventaglio di agevolazioni, ognuna con caratteristiche, requisiti e vantaggi fiscali differenti. Per questo motivo, è utile confrontare il nuovo pacchetto del DL Coesione 2024-2025 con due strumenti già in vigore e ben noti: Resto al Sud e Nuove Imprese a Tasso Zero.

1. DL Coesione – Incentivi contributivi e sostegno diretto

  • Vantaggi: Erogazione diretta (fino a 18.000 €), cumulabilità tra esonero e contributo, nessuna tassazione sul contributo mensile, impatto immediato sulla liquidità.

  • Limitazioni: Accessibile solo ad under 35, esclusivamente in settori strategici, finestra temporale limitata (luglio 2024 – dicembre 2025).

Ideale per chi vuole partire subito, senza indebitarsi, e assumere personale in tempi brevi.

2. Resto al Sud

  • Destinatari: under 56 residenti nel Mezzogiorno, aree sismiche del Centro Italia e alcune zone periferiche del Centro-Nord.

  • Vantaggi: Contributo a fondo perduto fino al 50% e finanziamento agevolato per il restante 50% fino a 60.000 euro (o 200.000 per società).

  • Limitazioni: Iter burocratico più lungo, anticipo limitato, obbligo di spese rendicontate e controlli più stringenti.

Adatto per progetti strutturati e con investimento iniziale rilevante, ma con tempi di attuazione più lunghi.

3. Nuove Imprese a Tasso Zero (NITO)

  • Destinatari: giovani e donne su tutto il territorio nazionale.

  • Vantaggi: Finanziamento agevolato e fondo perduto cumulabili, con possibilità di coprire fino al 90% dell’investimento.

  • Limitazioni: Procedure complesse, vincoli di spesa e controllo, erogazione condizionata a piani finanziari articolati.

Indicato per progetti ad alto capitale iniziale, specie in ambito manifatturiero o tecnologico.

In conclusione, il DL Coesione è la misura più “snella” e veloce, ideale per i giovani under 35 che vogliono partire subito, hanno un’idea chiara, ma risorse limitate. Il contributo mensile diretto e l’esonero sui contributi rappresentano vantaggi fiscali immediati, soprattutto per le micro e piccole imprese che partono da zero.

Considerazioni finali

Gli incentivi all’autoimpiego previsti dal DL Coesione non sono semplicemente una manovra di sostegno economico, ma rappresentano un cambio di paradigma nella politica industriale italiana: per la prima volta, il focus si sposta chiaramente su settori ad alto impatto e giovani imprenditori, con strumenti semplici, automatici e mirati.

A differenza di molti incentivi del passato, questi nuovi strumenti puntano a ridurre il rischio di fallimento nei primi anni di attività, favorendo la creazione di impresa non solo come scelta obbligata, ma come progetto professionale strutturato e sostenibile. L’erogazione diretta del contributo mensile, l’esenzione contributiva e l’attenzione al monitoraggio (RNA, INPS) offrono un ecosistema di sicurezza e tracciabilità, indispensabile per la trasparenza e l’efficacia del sistema.

Inoltre, legare l’incentivo ai settori strategici e alle assunzioni stabili in aree svantaggiate permette di perseguire più obiettivi contemporaneamente:

  • Stimolare l’innovazione e la digitalizzazione del tessuto produttivo;

  • Contrastare la disoccupazione giovanile e l’abbandono del Sud Italia;

  • Favorire la nascita di imprese “sane” e competitive, non assistite, ma premiate per il loro valore sociale ed economico.

Se la misura verrà attuata correttamente e prorogata nei prossimi anni, potrà diventare una best practice europea, capace di generare una nuova classe imprenditoriale giovanile, consapevole, formata e inserita in una filiera strategica.

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