Il mondo delle criptovalute in Italia si trova a un nuovo punto di svolta. Con l’entrata in vigore del Decreto Legge 95/2025, il Governo ha ufficializzato l’estensione del regime transitorio per gli operatori crypto fino al 30 giugno 2026, accogliendo le istanze di un settore in rapida espansione ma ancora in fase di consolidamento normativo.
Sommario
La proroga riguarda in particolare tutti i soggetti iscritti al Registro dei VASP (Virtual Asset Service Providers) gestito dall’OAM (Organismo Agenti e Mediatori), che avranno ora tempo fino al 30 dicembre 2025 per presentare la richiesta di autorizzazione come CASP (Crypto-Asset Service Provider) secondo i requisiti del Regolamento MiCA, il nuovo quadro normativo europeo che entrerà pienamente in vigore a fine anno.
Una misura attesa e necessaria, che si traduce in un’opportunità concreta per gli operatori italiani: proseguire legalmente la propria attività mentre si lavora per adeguarsi agli standard europei. Ma attenzione: la proroga non equivale a una sospensione degli obblighi vigenti, né a un “via libera” incondizionato.
In questo articolo analizzeremo cosa prevede il DL 95/2025, cosa cambia rispetto al precedente regime, quali sono gli obblighi da rispettare e i rischi da evitare e soprattutto, quali vantaggi fiscali e strategici si possono cogliere in questo periodo transitorio.
Introduzione
Il mondo delle criptovalute in Italia è in costante evoluzione, tra novità normative e tentativi di regolamentazione che cercano di tenere il passo con un settore in rapidissima trasformazione. Uno degli aspetti più critici per gli operatori e gli investitori riguarda proprio la cornice fiscale e regolatoria in cui muoversi. Con l’approvazione del Decreto Legge n. 95/2025, il legislatore italiano ha disposto una proroga importante: il regime transitorio per le criptovalute viene esteso fino al 30 giugno 2026.
Si tratta di un passaggio che ha già avuto un impatto rilevante sul settore, come dimostrano le reazioni immediate dell’OAM (Organismo Agenti e Mediatori), che ha pubblicato sia un comunicato stampa ufficiale sia la Circolare n. 55per chiarire i nuovi obblighi e le tempistiche. La proroga non è solo una questione di date: comporta anche un adeguamento operativo per tutti gli exchange, wallet provider e operatori crypto iscritti (o da iscrivere) nei registri previsti dalla normativa antiriciclaggio italiana.
Nel contesto di una normativa europea sempre più stringente (basti pensare al Regolamento MiCA – Markets in Crypto Assets), l’Italia sembra voler giocare la carta della gradualità, dando più tempo a operatori e intermediari per mettersi in regola. Tuttavia, è importante analizzare bene cosa prevede esattamente il DL 95/2025, quali sono i soggetti interessati e quali vantaggi o criticità ne derivano dal punto di vista fiscale, operativo e anche reputazionale.
DL 95/2025
L’articolo 10 del Decreto-Legge 30 giugno 2025, n. 95 rappresenta una svolta decisiva per il settore cripto italiano, stabilendo una proroga fondamentale per l’adeguamento al Regolamento europeo MiCA (Markets in Crypto-Assets Regulation). Secondo quanto chiarito dall’OAM (Organismo Agenti e Mediatori), le persone giuridiche già iscritte nel Registro VASP (Virtual Asset Service Providers) alla data del 27 dicembre 2024 potranno ora presentare l’istanza di autorizzazione come CASP (Crypto-Asset Service Provider) entro il 30 dicembre 2025, rispetto al precedente termine fissato al 30 giugno dello stesso anno.
Nel frattempo, questi operatori potranno continuare a erogare servizi relativi a valute virtuali e portafogli digitali, fino al rilascio o al diniego dell’autorizzazione e comunque non oltre il 30 giugno 2026. Di fatto, il Decreto istituisce un regime transitorio prolungato di sei mesi, per consentire alle imprese di adeguarsi alle nuove disposizioni europee senza interrompere le proprie attività.
Il Decreto contiene inoltre un’importante precisazione: anche le società appartenenti allo stesso gruppo di un soggetto che ha presentato l’istanza di autorizzazione potranno usufruire del regime transitorio, a condizione che rispettino determinati requisiti normativi. Si tratta di un’apertura significativa, che favorisce la continuità operativa e una gestione centralizzata delle richieste di autorizzazione.
Infine, viene prorogato fino al terzo trimestre 2025 l’obbligo di trasmissione dei flussi informativi all’OAM da parte dei VASP. La Circolare n. 55/2025 conferma anche che rimane invariato il contributo variabile di 0,08 euro per ogni cliente comunicato, con una franchigia di 40 euro per chi dichiara tra 1 e 500 clienti. Le scadenze dei pagamenti sono fissate per il 18 agosto 2025 (secondo trimestre) e il 17 novembre 2025 (terzo trimestre), sempre tramite PagoPA.
Regolamento MiCA
Il Regolamento (UE) 2023/1114, meglio noto come MiCA (Markets in Crypto-Assets), è il primo quadro normativo organico europeo pensato per disciplinare le attività connesse agli asset digitali. Entrato in vigore nel giugno 2023 e destinato ad applicarsi a pieno titolo dal 30 dicembre 2024, il regolamento impone standard uniformi in tutta l’Unione in materia di autorizzazione, trasparenza, governance, tutela degli investitori e contrasto al riciclaggio per tutti i Crypto-Asset Service Providers (CASP).
Nel contesto di questa armonizzazione, l’Italia ha adottato un approccio “soft”, con un regime transitorio che consente agli operatori già attivi di continuare a operare mentre completano il percorso di autorizzazione. La proroga al 30 dicembre 2025 per la presentazione delle domande e la possibilità di operare fino al 30 giugno 2026, anche in assenza di esito formale, rappresentano una scelta politica precisa: non penalizzare gli operatori nazionali e dare tempo al sistema di adeguarsi a una normativa complessa e strutturata.
Il MiCA stabilisce criteri rigidi per i soggetti autorizzabili: requisiti patrimoniali, obblighi di trasparenza sulle criptovalute offerte, tutela dei consumatori e controlli stringenti sui meccanismi di governance interna. Per molti operatori italiani, spesso PMI o startup fintech, il rischio di non riuscire a completare il processo nei tempi originariamente previsti era concreto. La proroga, dunque, si traduce in una finestra operativa strategica, che consente di mantenere l’operatività e allo stesso tempo di avviare le attività di compliance in modo progressivo e sostenibile.
Vantaggi fiscali
La proroga del regime transitorio fino al 30 giugno 2026 non è solo una questione normativa o burocratica: rappresenta un’opportunità concreta per tutti gli operatori crypto già presenti nel mercato italiano. A livello fiscale, in particolare, permette alle imprese di continuare ad applicare l’attuale trattamento previsto dal TUIR, evitando per ora l’eventuale impatto delle nuove regole armonizzate che potrebbero entrare in vigore con l’adeguamento pieno al Regolamento MiCA. Questo significa, ad esempio, mantenere le modalità attuali di dichiarazione e tassazione delle plusvalenze, evitando modifiche improvvise o retroattive.
Dal punto di vista operativo, la proroga consente alle imprese di pianificare investimenti e strutturazione interna in modo più flessibile. L’adeguamento ai requisiti del MiCA, come la costituzione di sistemi di controllo interno, la nomina di funzioni di compliance e revisione, la definizione di procedure antiriciclaggio robuste e l’adozione di policy per la trasparenza dei prodotti crypto, richiede tempi, risorse umane e consulenze specialistiche. Avere un orizzonte temporale di 12 mesi in più può fare la differenza, soprattutto per le realtà più piccole o emergenti.
Dal punto di vista strategico, inoltre, le imprese possono sfruttare questo periodo per riposizionarsi sul mercato, rafforzare la reputazione e costruire rapporti fiduciari con le autorità di vigilanza, in vista del rilascio dell’autorizzazione come CASP. L’ambiente normativo italiano, per quanto ancora in evoluzione, risulta così più competitivo e accogliente, soprattutto rispetto ad altri paesi europei che hanno già imposto regimi più rigidi.
Regime transitorio
Nonostante la proroga fino al 30 giugno 2026 rappresenti una boccata d’ossigeno per molti operatori, non bisogna sottovalutare le responsabilità che restano in capo ai VASP (Virtual Asset Service Providers) nel periodo transitorio. In particolare, l’estensione del termine non esonera dal rispetto degli obblighi antiriciclaggio previsti dal D.Lgs. 231/2007, né da quelli informativi stabiliti dall’OAM.
La Circolare n. 55/2025 ribadisce, infatti, che i VASP devono continuare a trasmettere i flussi informativi trimestrali, con dati puntuali sull’operatività e sui clienti, fino al terzo trimestre 2025. Oltre a questo, è confermato il contributo variabile di 0,08 euro per cliente comunicato, con franchigia di 40 euro per chi ha da 1 a 500 clienti, da versare entro le scadenze stabilite (18 agosto e 17 novembre 2025).
Non rispettare questi obblighi può comportare sanzioni amministrative e, in casi estremi, la sospensione dal Registro OAM, con conseguente impossibilità di proseguire l’attività. Inoltre, permane il rischio che ritardi e carenze nella preparazione alla normativa MiCA possano compromettere l’ottenimento dell’autorizzazione come CASP. Le autorità di vigilanza, sia italiane che europee, stanno infatti rafforzando i controlli per garantire che solo soggetti realmente conformi possano proseguire le attività oltre il 2026.
In sintesi, il regime transitorio non è una moratoria assoluta, ma una fase di responsabilizzazione graduale. Le imprese devono approfittare di questo tempo per rafforzare la propria struttura normativa, fiscale e tecnica, anticipando gli standard che diventeranno presto obbligatori.
Il ruolo dell’OAM
In questa fase di transizione, l’OAM (Organismo Agenti e Mediatori) ha assunto un ruolo centrale nel processo di regolamentazione e vigilanza del comparto delle criptovalute. Sin dalla pubblicazione della Circolare n. 55/2025, l’Organismo ha mostrato un approccio equilibrato, volto a garantire trasparenza e continuità operativa, ma anche a promuovere la compliance progressiva in vista dell’entrata in vigore piena del Regolamento MiCA.
Tra i compiti dell’OAM rientrano non solo l’aggiornamento e la gestione del Registro dei VASP, ma anche la raccolta e l’analisi dei dati trasmessi dagli operatori, la verifica dei flussi informativi e il monitoraggio dell’evoluzione del settore a livello nazionale. A ciò si aggiunge un’attività consultiva e di coordinamento con le autorità europee, in particolare con l’ESMA (European Securities and Markets Authority), in modo da garantire che il modello italiano sia compatibile con gli standard comunitari.
L’OAM ha anche il compito di istruire il mercato: le circolari, i comunicati e le FAQ pubblicati regolarmente sul suo sito web rappresentano strumenti fondamentali per gli operatori, chiamati ad orientarsi in una materia complessa e in continua evoluzione. Questo sforzo di trasparenza e accompagnamento è cruciale soprattutto per le start-up fintech e le PMI, che spesso non dispongono di strutture legali o fiscali interne capaci di affrontare da sole l’intero iter autorizzativo.
In prospettiva, il rafforzamento del ruolo dell’OAM potrebbe contribuire a standardizzare l’ecosistema cripto italiano, rendendolo più competitivo e affidabile anche per gli investitori esteri. Un passaggio fondamentale per attrarre capitali e consolidare l’Italia come hub fintech nell’era digitale.
Esempi pratici
Per rendere più concreto l’impatto della proroga introdotta dal DL 95/2025, ecco alcuni casi pratici di operatori nel settore crypto che possono beneficiare del regime transitorio, se gestito correttamente.
1. Exchange italiano in fase di espansione
Una piattaforma già iscritta al Registro VASP sta lavorando per espandere la propria offerta di servizi (staking, custodia, crypto-to-fiat, etc.). Grazie alla proroga, può continuare a operare legalmente mentre finalizza il business plan conforme ai requisiti MiCA, implementa un sistema antiriciclaggio più strutturato e inizia il processo di certificazione dei propri smart contract. Entro il 30 dicembre 2025 presenterà la domanda come CASP, evitando discontinuità.
2. Startup fintech che gestisce portafogli digitali
Una giovane impresa che offre wallet crypto a privati e PMI può sfruttare questo periodo per raccogliere capitali e assumere personale specializzato, sapendo che fino al 2026 potrà proseguire le proprie attività. Il team utilizza questo tempo per creare policy di sicurezza informatica in linea con il futuro quadro europeo.
3. Società estera con sede operativa in Italia
Una controllata italiana di un gruppo estero ha tempo per definire un approccio centralizzato alla compliance: la società madre presenta l’istanza MiCA, e la controllata beneficia della proroga operativa prevista dal decreto. Intanto si strutturano accordi intercompany e procedure condivise, come previsto dall’art. 10 DL 95/2025.
4. Consulente fiscale per operatori crypto
Un professionista che assiste diversi clienti nel settore utilizza questa fase per accompagnare i VASP in un check-up normativo e fiscale completo, verificando la correttezza della reportistica, l’aderenza ai requisiti OAM e la compatibilità con i nuovi criteri MiCA (es. requisiti patrimoniali, capitale minimo, corporate governance).
Questi esempi dimostrano come la proroga non debba essere interpretata come un rinvio passivo, ma come una concreta opportunità di consolidamento e crescita, per presentarsi al 2026 con basi solide, sia operative che reputazionali.
Conclusioni
Il regime transitorio prorogato fino al 30 giugno 2026, introdotto dal DL n. 95/2025 e chiarito dall’OAM con la Circolare n. 55/2025, rappresenta una fase delicata ma anche strategica per tutti gli operatori crypto italiani. Non si tratta solo di una dilazione dei termini: è una finestra temporale preziosa per adeguarsi a un quadro normativo europeo che diventerà presto vincolante e uniforme per tutti i Paesi membri.
Gli operatori iscritti al Registro VASP hanno ora più tempo per:
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Preparare la documentazione necessaria per l’autorizzazione CASP secondo il MiCA;
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Rafforzare i sistemi di controllo interno e antiriciclaggio;
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Rivedere l’impianto fiscale alla luce dei prossimi sviluppi regolatori;
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Strutturare partnership, investimenti e governance in modo compatibile con il contesto europeo.
Tuttavia, è fondamentale ricordare che gli obblighi attuali non vengono sospesi: i flussi informativi devono essere inviati regolarmente, i contributi OAM versati entro le scadenze, e la vigilanza sull’operatività rimane alta. Le imprese che trascurano questi aspetti rischiano ritardi nell’ottenimento dell’autorizzazione o addirittura l’esclusione dal mercato.
Il consiglio per le aziende e i professionisti del settore è chiaro: non aspettare l’ultimo momento. Chi inizia oggi a lavorare sulla propria conformità sarà pronto domani a cogliere le opportunità offerte da un settore in crescita, ma sempre più regolamentato. Come studio professionale, offriamo supporto completo per l’adeguamento normativo e fiscale, dalla verifica della documentazione alla predisposizione dell’istanza MiCA, fino alla consulenza strategica.
Il 2026 non è lontano: agire ora è il miglior investimento per il futuro.