La Legge di Bilancio 2025 introduce un’importante novità a favore di chi intende avviare un’attività autonoma: i nuovi iscritti alle gestioni INPS degli artigiani e commercianti potranno beneficiare di una riduzione del 50% dei contributi previdenziali per i primi trentasei mesi. La misura, disciplinata dalla Circolare INPS n. 83 del 24 aprile 2025, si inserisce nel quadro degli aiuti de minimis europei, offrendo un concreto supporto economico ai lavoratori autonomi nella delicata fase di avvio.
Sommario
Nel corso di questo articolo analizzeremo in modo dettagliato chi può beneficiare dello sconto, quali sono i requisiti richiesti, come presentare la domanda attraverso il Portale delle Agevolazioni INPS e quali vantaggi fiscali concreti può ottenere chi aderisce. Verranno inoltre illustrate le cause di esclusione, le modalità operative e gli effetti fiscali della misura nel medio periodo, con esempi pratici e istruzioni aggiornate.
Una guida completa per chi vuole approfittare al meglio di questa nuova opportunità contributiva nel 2025.
Introduzione
La nuova agevolazione contributiva prevista per il 2025 si rivolge a artigiani, commercianti e relativi collaboratori che si iscrivono per la prima volta alle gestioni previdenziali INPS come lavoratori autonomi. A disciplinare nel dettaglio le modalità applicative è la Circolare INPS n. 83 del 24 aprile 2025, che fornisce istruzioni operative su requisiti, ambiti di applicazione e limiti.
Il beneficio consiste in una riduzione del 50% dei contributi previdenziali dovuti per un periodo di tre anni consecutivi a decorrere dall’anno di iscrizione, a condizione che il soggetto non sia già stato iscritto in precedenza alla stessa gestione. Si tratta di una misura importante, finalizzata a incentivare l’avvio di nuove attività economiche da parte di lavoratori autonomi, in particolare giovani e neoimprenditori.
Il provvedimento trae origine dalla Legge di Bilancio 2025, che ha introdotto l’agevolazione nel rispetto dei vincoli europei in materia di aiuti di Stato. La riduzione contributiva rientra infatti tra gli aiuti de minimis, ovvero quegli incentivi che, per la loro entità limitata, non incidono sulla concorrenza nel mercato interno europeo e pertanto sono compatibili con la normativa comunitaria.
Questo implica che, per accedere al beneficio, sarà necessario rispettare anche i limiti massimi triennali di agevolazione previsti a livello europeo (attualmente pari a 300.000 euro per impresa nel settore generale), oltre a presentare specifiche dichiarazioni autocertificative all’atto della domanda.
Beneficiari
La Legge di Bilancio 2025 (legge 30 dicembre 2024, n. 207) introduce una nuova e rilevante agevolazione a favore dei lavoratori autonomi che si iscrivono per la prima volta nel corso del 2025 alle gestioni speciali autonome degli artigiani e degli esercenti attività commerciali. L’agevolazione consiste in una riduzione del 50% della contribuzione previdenziale e assistenziale per un periodo complessivo di trentasei mesi.
Sono destinatari della misura:
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Titolari di imprese individuali e familiari, inclusi coloro che operano in regime forfettario;
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Soci di società di persone (come S.n.c. e S.a.s.) o di società di capitali (come S.r.l.);
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Coadiuvanti e coadiutori familiari iscritti alla gestione autonoma.
È fondamentale che l’attività venga avviata e iscritta presso il Registro delle Imprese e l’INPS entro il 31 dicembre 2025. Tuttavia, vengono inclusi tra i beneficiari anche coloro che avviano formalmente l’attività a fine anno ma completano l’iscrizione entro i termini di legge (30 giorni dall’inizio attività), per esempio entro il 19 gennaio 2026 per attività iniziate il 20 dicembre 2025.
Un’importante precisazione fornita dall’INPS è che possono accedere all’agevolazione anche i collaboratori familiari che iniziano a lavorare nel 2025 in imprese già esistenti, senza che l’impresa debba necessariamente essere di nuova costituzione.
Misura, durata e gestione
Secondo quanto chiarito nella Circolare INPS n. 83 del 24 aprile 2025, la nuova agevolazione prevede una riduzione del 50% dell’aliquota IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti), che rappresenta la componente principale della contribuzione previdenziale dovuta dagli iscritti alle gestioni autonome degli artigiani e commercianti.
Restano invece dovuti integralmente:
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il contributo per la maternità, pari a 7,44 euro annui;
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l’aliquota aggiuntiva per la cessazione dell’attività commerciale, applicabile esclusivamente ai commercianti.
La durata della riduzione contributiva è fissata in trentasei mesi a partire dalla data di prima iscrizione alla gestione previdenziale, senza possibilità di estensione.
Inoltre, il diritto al beneficio si mantiene anche in caso di:
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Cambio d’impresa o di tipologia di attività esercitata;
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Passaggio tra gestione artigiani e gestione commercianti (e viceversa);
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Modifiche anagrafiche, come il cambio di sede, purché non si verifichi la cancellazione dalla gestione INPS.
Un aspetto fondamentale sottolineato dalla circolare riguarda la continuità dell’iscrizione: qualora l’iscrizione venga interrotta anche per un solo mese, il lavoratore autonomo perde definitivamente il diritto alla riduzione contributiva. È quindi indispensabile mantenere ininterrotta l’iscrizione durante tutto il triennio di agevolazione per non decadere dal beneficio.
Modalità di richiesta
Per poter beneficiare della riduzione contributiva del 50%, i soggetti interessati devono presentare apposita domanda tramite il Portale delle Agevolazioni INPS (ex piattaforma DiResCo). L’accesso al portale avviene esclusivamente tramite credenziali SPID, Carta d’Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Il modulo di richiesta sarà reso disponibile con una successiva comunicazione ufficiale da parte dell’INPS, che specificherà anche le modalità tecniche di invio e gestione della domanda. Al momento della presentazione, il richiedente dovrà rendere dichiarazione sostitutiva dei requisiti, assumendosi la responsabilità della veridicità delle informazioni fornite ai sensi del DPR 28 dicembre 2000, n. 445.
Essendo l’agevolazione qualificata come aiuto di Stato in regime de minimis, essa è concessa nel rispetto del Regolamento UE 2023/2831, che stabilisce i seguenti limiti:
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un massimale complessivo di 300.000 euro di aiuti ricevibili nell’arco di tre esercizi finanziari;
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l’obbligo di considerare anche gli aiuti percepiti da tutte le imprese appartenenti alla medesima “impresa unica” (cioè soggetti collegati, controllati o controllanti).
Inoltre, l’INPS procederà a registrare tutte le agevolazioni concesse all’interno del Registro Nazionale degli Aiuti di Stato, garantendo così la tracciabilità e la trasparenza dei benefici riconosciuti.
Altri regimi agevolativi
a nuova riduzione contributiva del 50% prevista dalla Legge di Bilancio 2025 non è cumulabile con altre agevolazioni previdenziali che comportano una riduzione delle aliquote dovute dagli artigiani e commercianti.
In particolare, la misura non si applica in concomitanza con:
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la riduzione contributiva del 50% prevista per artigiani e commercianti over 65 già titolari di pensione;
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il regime contributivo agevolato previsto per i contribuenti in regime forfettario ai sensi della legge n. 190/2014.
È importante evidenziare che, qualora un soggetto avesse già optato per il regime contributivo forfettario prima della pubblicazione della Circolare INPS n. 83/2025, potrà comunque scegliere di rinunciare a tale regime e aderire alla nuova agevolazione. In tal caso, la rinuncia al forfettario consentirà l’applicazione dello sconto contributivo del 50% per l’intero triennio agevolato (36 mesi). Terminato il periodo di riduzione, il soggetto potrà tornare a beneficiare del regime contributivo forfettario, previa verifica dei requisiti richiesti dalla normativa vigente.
Questa flessibilità permette quindi una valutazione strategica per il contribuente: a seconda della propria situazione economica e previdenziale, potrà scegliere l’opzione contributiva più vantaggiosa nel medio periodo.
Cause di esclusione dal beneficio
Non tutti i soggetti possono accedere alla riduzione contributiva prevista per il 2025, e in alcune situazioni è prevista anche la decadenza dal beneficio una volta ottenuto.
Sono esclusi dall’agevolazione:
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i soggetti già iscritti in passato alle gestioni speciali per artigiani e commercianti;
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coloro che, pur avendo avviato l’attività nel 2025, non completano l’iscrizione INPS nei termini di legge (30 giorni dall’inizio dell’attività);
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chi beneficia di altre forme di agevolazione incompatibili, senza rinunciarvi formalmente.
Per quanto riguarda la decadenza, la continuità dell’iscrizione rappresenta un requisito essenziale: se l’iscrizione alla gestione autonoma si interrompe anche per un solo mese, il diritto alla riduzione decade definitivamente e non può essere riattivato. Tra le principali cause di decadenza vi sono:
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la cancellazione volontaria dall’attività o dalla gestione INPS;
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la perdita dei requisiti soggettivi richiesti (ad esempio, trasformazione dell’attività in una forma giuridica non compatibile);
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il superamento dei massimali previsti dal regime de minimis (300.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari), anche considerando aiuti ricevuti da imprese collegate.
Una volta decaduto dal beneficio, il soggetto è tenuto a versare i contributi ordinari senza più poter usufruire di riduzioni, salvo eventuali altre agevolazioni di diversa natura per cui risultasse idoneo.
Cosa succede dopo l’agevolazione
Al termine del periodo triennale di riduzione contributiva, i soggetti beneficiari ritorneranno automaticamente al regime ordinario previsto per le gestioni autonome degli artigiani e commercianti.
Ciò significa che saranno tenuti al versamento dell’intera aliquota contributiva vigente, comprensiva:
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dell’aliquota IVS piena;
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del contributo per maternità;
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(per i commercianti) dell’aliquota aggiuntiva per la cessazione attività commerciale.
Non è necessario presentare alcuna comunicazione all’INPS per il passaggio al regime ordinario: il ripristino dell’aliquota piena avverrà in modo automatico al termine dei 36 mesi.
Opzioni successive per il contribuente
Alla fine del triennio agevolato, i soggetti possono:
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Valutare il ritorno al regime contributivo agevolato per forfettari (se in possesso dei requisiti fiscali e contributivi), previa nuova adesione;
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Continuare come ordinari nella gestione artigiani o commercianti, applicando le aliquote piene;
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Esplorare altre forme di agevolazione, se previste dalla normativa vigente al momento (ad esempio, incentivi per start-up innovative o per zone economiche speciali, se compatibili).
Attenzione agli obblighi dichiarativi
Una volta terminata l’agevolazione:
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si dovrà riprendere a versare i contributi senza riduzione;
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sarà necessario adeguare le dichiarazioni fiscali e previdenziali in base alle nuove condizioni contributive;
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eventuali errori nel pagamento delle aliquote potrebbero generare sanzioni e interessi di mora, motivo per cui è raccomandabile una verifica puntuale delle scadenze e degli importi.
La corretta pianificazione del periodo post-agevolazione è fondamentale per non trovarsi impreparati e per mantenere la sostenibilità finanziaria dell’impresa anche oltre i tre anni di beneficio.
Esempi pratici
Accedere alla riduzione contributiva prevista per i nuovi artigiani e commercianti nel 2025 comporta vantaggi fiscali e finanziari molto rilevanti. Di seguito alcuni esempi numerici che aiutano a comprendere meglio il risparmio concreto:
1. Risparmio annuo sui contributi INPS
Un nuovo artigiano, in regime ordinario, normalmente sarebbe tenuto a versare circa 4.600 euro annui di contributi fissi INPS. Con la riduzione del 50%, il contributo annuo scende a circa 2.300 euro (al netto del contributo maternità e delle eventuali maggiorazioni IVS per redditi superiori al minimale).
Risparmio annuo: circa 2.300 euro
Risparmio complessivo sui 36 mesi: circa 6.900 euro
2. Maggiore liquidità disponibile per l’attività
Riducendo il peso dei contributi obbligatori, il nuovo imprenditore dispone di maggiori risorse da investire nella propria attività: acquisto di attrezzature, marketing, personale o formazione. Questo favorisce la crescita e il consolidamento dell’impresa nei primi anni di vita, quando i margini di redditività sono ancora bassi.
3. Minor impatto fiscale sul reddito complessivo
I contributi previdenziali, anche quelli ridotti, sono comunque deducibili dal reddito imponibile IRPEF. Ciò significa che, oltre al risparmio contributivo diretto, il soggetto beneficerà anche di una riduzione dell’imponibile fiscale e dunque pagherà meno tasse.
Esempio pratico:
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Contributi ridotti versati: 2.300 euro annui
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Deduzione fiscale diretta sull’IRPEF: 2.300 euro
Risultato: risparmio fiscale addizionale variabile dal 23% al 43% (in base allo scaglione IRPEF).
4. Strategia combinata: contributi ridotti + regime forfettario post-triennio
Terminato il triennio di agevolazione, l’imprenditore può decidere di rientrare nel regime forfettario (se ne ha i requisiti) e beneficiare così anche delle aliquote ridotte IRPEF e INPS proprie del regime agevolato.
In questo modo si ottimizza il carico fiscale complessivo sia nella fase di avvio sia nella fase di consolidamento.
Considerazioni finali
La nuova agevolazione contributiva per artigiani e commercianti che si iscrivono nel 2025 rappresenta un’opportunità concreta per favorire la nascita e la crescita di nuove imprese individuali e familiari, nonché per incoraggiare l’imprenditorialità giovanile e il ricambio generazionale. La riduzione del 50% dei contributi previdenziali per un periodo di tre anni permette infatti di alleggerire in modo significativo il carico fiscale nelle fasi iniziali dell’attività, che sono generalmente quelle più critiche dal punto di vista finanziario.
Tuttavia, è fondamentale sottolineare che la fruizione del beneficio è subordinata a condizioni rigorose: il rispetto dei requisiti soggettivi, la corretta presentazione della domanda, la continuità contributiva e il rispetto dei limiti degli aiuti di Stato de minimis. Ogni distrazione, come un’interruzione della posizione INPS o una mancata comunicazione, può comportare la perdita definitiva del beneficio.
L’approccio richiesto agli imprenditori, dunque, è duplice: da un lato, sfruttare le opportunità offerte dalla normativa; dall’altro, gestire con attenzione gli adempimenti amministrativi e previdenziali. Affidarsi a un consulente esperto può rivelarsi decisivo per massimizzare i vantaggi fiscali e contributivi senza incorrere in errori che possano compromettere il diritto all’agevolazione.
Questa misura, inserita in un contesto di ripresa economica e modernizzazione del tessuto imprenditoriale italiano, si inserisce come tassello fondamentale di un più ampio disegno di promozione del lavoro autonomo e della crescita delle microimprese.