21.4 C
Rome
giovedì 5 Giugno 2025

Aiuti Editoria 2025: tutti i contributi e le novità del DPCM per rilanciare l’informazione italiana

Nel pieno della trasformazione digitale e tra crescenti difficoltà economiche, il 2025 si apre con un’importante novità per il mondo dell’informazione: il Governo ha approvato un nuovo pacchetto di aiuti economici all’editoria, delineato nel DPCM del 17 aprile 2025. Si tratta di 82 milioni di euro, destinati a sostenere un settore strategico ma fortemente provato dalla crisi della carta stampata, dalla disinformazione online e dalla rivoluzione tecnologica in atto.

Queste misure, articolate e dettagliate, puntano non solo a dare respiro alle imprese editrici, edicole e distributori, ma anche a incentivare concretamente la transizione digitale e la creazione di nuovi posti di lavoro qualificati. In un contesto dove il pluralismo dell’informazione è più che mai sotto pressione, il Governo italiano sceglie di intervenire in modo diretto per preservare il valore costituzionale di una stampa libera, capillare e moderna.

Ma quali sono nel dettaglio gli interventi previsti, chi può beneficiarne, quali sono le tempistiche, e soprattutto, quali sfide e opportunità comportano queste misure per il futuro del giornalismo italiano? In questo articolo analizziamo punto per punto tutto ciò che c’è da sapere sul nuovo piano di aiuti per l’editoria 2025, tra regole, risorse, prospettive e rischi da considerare.

La ripartizione dei fondi

Il DPCM 17 aprile 2025, ufficializzato dal Dipartimento per l’Editoria con notizia del 30 maggio, stabilisce con precisione la ripartizione degli 82 milioni di euro destinati al settore editoriale per l’anno 2025.

I fondi sono distribuiti su quattro assi strategici, volti a sostenere l’intera filiera, dalla vendita al dettaglio alla produzione editoriale, passando per la distribuzione:

  • 10 milioni di euro sono destinati al contributo per le edicole, presidio fondamentale per la diffusione capillare della stampa sul territorio;

  • 3 milioni andranno ai punti vendita non esclusivi, ovvero quelle attività commerciali che vendono anche giornali ma non come attività principale (ad esempio bar o tabaccherie);

  • 4 milioni sono riservati alle imprese di distribuzione di quotidiani e periodici, soggetti spesso colpiti da flessioni logistiche e dai rincari dei costi operativi;

  • 65 milioni di euro rappresentano il contributo principale, destinato alle imprese editrici per le copie vendute nel 2023, con criteri che tengano conto della tiratura, diffusione e vendite effettive.

Va sottolineato che i contributi a edicole e punti vendita non esclusivi rientrano nel regime “de minimis”, pertanto saranno erogati entro 45 giorni dall’entrata in vigore del decreto tramite specifici provvedimenti del Capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria.

Invece, le misure indirizzate a distributori ed editori saranno soggette all’autorizzazione preventiva della Commissione Europea, in base all’art. 108, paragrafo 3 del TFUE. Solo dopo il via libera comunitario, verranno adottati i provvedimenti attuativi, anch’essi entro 45 giorni.

Infine, è in fase di valutazione un ulteriore schema di DPCM dedicato a nuove assunzioni per la digitalizzazione editoriale e agli investimenti in tecnologie innovative, che dovrà ricevere il concerto dei Ministeri delle Imprese e del Lavoro.

Obiettivi

Gli aiuti all’editoria per il 2025 non si limitano a un semplice ristoro economico: rappresentano una precisa scelta strategica e politica volta a rilanciare un settore chiave per la democrazia e l’informazione libera. L’intervento del Governo, attraverso il Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, è il frutto di un disegno che mira a garantire la sopravvivenza e l’evoluzione dell’intero comparto editoriale.

In un’epoca segnata dalla crisi della carta stampata, dalla concorrenza delle piattaforme digitali e dalla trasformazione dei modelli di fruizione dell’informazione, i contributi pubblici rappresentano un sostegno vitale. Ma la finalità non è solo compensativa: le risorse sono indirizzate anche a favorire l’innovazione, promuovere l’occupazione qualificata (soprattutto in ambito digitale), e incentivare investimenti tecnologici.

Il riferimento allo schema di DPCM in attesa di concerto interministeriale — dedicato a sostenere assunzioni per la digitalizzazione e investimenti in tecnologie — conferma l’intenzione di traghettare l’editoria italiana verso un nuovo modello produttivo, più resiliente e competitivo. Questo passaggio strategico mira a dotare le imprese editoriali di strumenti digitali, piattaforme evolute e professionalità in grado di affrontare i cambiamenti del mercato.

Inoltre, l’impostazione delle misure evidenzia una particolare attenzione verso il pluralismo informativo, garantendo l’accesso alle risorse anche a realtà più piccole, locali o indipendenti, spesso escluse dalle dinamiche del grande mercato ma essenziali per la qualità e la varietà dell’informazione.

Aiuti Editoria 2025 - Commercialista.it

Beneficiari 

Il DPCM 17 aprile 2025 definisce in modo articolato le categorie di soggetti che potranno accedere agli aiuti economici previsti per il settore editoriale. Le misure non sono destinate solo agli editori, ma abbracciano un’intera filiera, estendendosi ai canali di distribuzione, ai punti vendita, e persino a nuove iniziative di natura tecnologica e digitale.

In dettaglio, i beneficiari diretti sono:

  • Imprese editrici di quotidiani e periodici: le più impattate dal cambiamento delle abitudini di lettura e dalla crisi del mercato pubblicitario. A queste sono riservati 65 milioni di euro, in base al numero di copie vendute nel 2023, con parametri che tengono conto della dimensione aziendale e della tiratura.

  • Edicole: considerate un presidio fondamentale per l’accesso all’informazione soprattutto nei piccoli comuni e nelle periferie. Il contributo a loro favore ammonta a 10 milioni di euro.

  • Punti vendita non esclusivi: esercizi come bar, tabacchi o supermercati che distribuiscono giornali pur non essendo rivendite esclusive. Riceveranno 3 milioni di euro, sempre nell’ambito del regime “de minimis”.

  • Imprese di distribuzione: ovvero gli attori che garantiscono la logistica editoriale. A loro sono destinati 4 milioni di euro, con meccanismi di accesso soggetti a notifica alla Commissione europea.

Infine, saranno incluse anche le imprese che investono in digitalizzazione e tecnologie innovative nel comparto editoriale, una volta approvato il relativo DPCM. In questo caso, i beneficiari potranno essere anche emittenti radio-televisive locali o start-up editoriali innovative, a patto che dimostrino investimenti in strumenti digitali e nuove assunzioni.

Il quadro normativo prevede l’emanazione di provvedimenti attuativi entro 45 giorni, sia per le misure “de minimis” sia per quelle subordinate all’autorizzazione comunitaria, garantendo così tempi rapidi e certezza operativa.

Tempistiche e vincoli europei

Un elemento fondamentale per comprendere l’efficacia degli aiuti all’editoria 2025 è la chiarezza sulle tempistiche e sull’iter attuativo previsto. Il DPCM 17 aprile 2025, pur essendo già stato registrato dalla Corte dei Conti, prevede due percorsi distinti per l’erogazione delle risorse, legati alla natura giuridica delle misure e ai vincoli normativi dell’Unione Europea.

  • Contributi in regime “de minimis”

Per quanto riguarda le misure destinate alle edicole (10 milioni) e ai punti vendita non esclusivi (3 milioni), si tratta di aiuti concessi nel rispetto del regolamento UE 1407/2013, che consente agli Stati membri di concedere finanziamenti fino a un certo limite (attualmente 300.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari) senza obbligo di notifica preventiva a Bruxelles.
Questi contributi verranno disciplinati da provvedimenti del Capo del Dipartimento per l’informazione e l’editoria, da adottare entro 45 giorni dall’entrata in vigore del DPCM, rendendoli tra i primi aiuti operativi.

  • Misure soggette ad autorizzazione UE

Al contrario, i contributi destinati alle imprese editrici e ai distributori (complessivamente 69 milioni di euro) sono aiuti di Stato e richiedono quindi l’autorizzazione della Commissione europea, in base all’articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).

Solo dopo la pubblicazione della decisione della Commissione, il Dipartimento potrà adottare i decreti attuativi entro un ulteriore termine di 45 giorni. In questo caso, i tempi dipenderanno dalla celerità dell’esame europeo, solitamente variabile tra 1 e 3 mesi.

Questo sistema a doppio binario risponde alla necessità di rispettare le regole europee sulla concorrenza, ma al contempo di garantire tempestività nell’attivazione degli aiuti meno complessi, permettendo ad alcune categorie di ricevere supporto già prima dell’estate 2025.

Transizione digitale

Uno degli elementi più innovativi e promettenti degli aiuti all’editoria 2025 è senza dubbio l’attenzione dedicata alla transizione digitale e al rafforzamento occupazionale nel comparto informativo. Accanto agli interventi tradizionali, infatti, il Governo ha predisposto uno schema di DPCM specifico, attualmente in fase di concertazione tra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero del Lavoro, che punta a sostenere concretamente due ambiti cruciali:

  • Assunzioni nel digitale

L’editoria sta vivendo un’evoluzione senza precedenti, dove competenze in ambito web, SEO, data journalism, intelligenza artificiale e produzione video diventano fondamentali per la competitività. Il nuovo DPCM prevede la possibilità di incentivare l’assunzione di figure professionali specializzate, contribuendo a creare occupazione stabile e qualificata in un settore ad alto valore culturale.

  • Investimenti in tecnologie innovative

Il secondo fronte è quello degli investimenti in strumenti e piattaforme digitali: CMS avanzati, applicazioni per l’editoria mobile, sistemi di abbonamento digitale, piattaforme di e-commerce editoriale e strumenti di automazione per la produzione di contenuti. Le imprese editoriali che avvieranno progetti strutturati in ambito digitale potranno accedere a contributi mirati, rafforzando la loro presenza online e migliorando i modelli di business.

L’obiettivo politico di fondo è duplice: da un lato modernizzare il sistema dell’informazione per renderlo più efficace e sostenibile, dall’altro contrastare il calo occupazionale che ha colpito duramente giornalisti e lavoratori del comparto editoriale negli ultimi anni.

Queste misure potrebbero rappresentare una vera e propria svolta epocale per le testate italiane, soprattutto quelle locali o indipendenti, spesso prive di risorse per avviare autonomamente la transizione tecnologica.

Aiuti Editoria 2025 - Commercialista.it

Editoria locale e pluralismo

Uno degli aspetti più rilevanti degli aiuti all’editoria 2025 è la forte attenzione riservata alle testate locali e ai piccoli operatori dell’informazione. In un’epoca in cui la concentrazione dei media e la disintermediazione digitale tendono a marginalizzare le realtà periferiche, il Governo sceglie di rafforzare il pluralismo dell’informazione, tutelando le voci territoriali e indipendenti.

Le testate locali svolgono un ruolo insostituibile nella copertura di temi legati alla vita civica, sociale, economica e politica delle comunità. Sono il primo canale di informazione per milioni di cittadini e rappresentano un argine contro la disinformazione e la perdita di contatto tra cittadini e istituzioni. Non a caso, il pluralismo è tutelato dalla Costituzione italiana (art. 21) e rientra nei valori fondamentali dell’Unione Europea.

Attraverso il Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione, istituito dalla Legge n. 198/2016, vengono finanziati contributi diretti anche alle testate più piccole, purché rispettino determinati requisiti in termini di trasparenza, continuità editoriale, qualità dei contenuti e regolarità contributiva dei dipendenti.

In particolare, le testate locali possono beneficiare di:

  • Contributi per le copie vendute, sulla base delle vendite certificate;

  • Incentivi alla distribuzione capillare, tramite le misure dedicate a edicole e punti vendita non esclusivi;

  • Fondi per la digitalizzazione, se impegnate in progetti di innovazione o assunzione di nuove figure professionali.

L’investimento pubblico in queste realtà ha un valore che va oltre la semplice logica economica: rappresenta un impegno politico per la coesione sociale, l’inclusione territoriale e la qualità democratica del nostro sistema informativo.

Criticità e rischi

Nonostante le buone intenzioni e l’ampiezza dell’intervento, le misure previste dal DPCM 17 aprile 2025 non sono esenti da possibili criticità. Una riflessione seria sul tema degli aiuti pubblici all’editoria impone di considerare i rischi legati all’effettiva efficacia, alla trasparenza nell’assegnazione e alla sostenibilità di lungo periodo di tali contributi.

In primo luogo, uno dei principali limiti strutturali è legato alla burocrazia: i provvedimenti attuativi, fondamentali per l’erogazione dei fondi, richiedono spesso mesi di attesa, rallentando l’impatto reale sul settore. Anche l’attesa della decisione della Commissione europea per gli aiuti soggetti a notifica può comportare ritardi sostanziali.

Un secondo problema riguarda la concentrazione degli aiuti: nonostante la previsione di criteri oggettivi, c’è il rischio che una parte consistente delle risorse venga assorbita da grandi gruppi editoriali, a scapito delle realtà locali, indipendenti o emergenti, che più avrebbero bisogno di supporto per innovarsi e sopravvivere.

Inoltre, non sempre i contributi pubblici producono effetti di trasformazione strutturale: senza una visione strategica chiara, i fondi rischiano di diventare meri ristori, incapaci di innescare una vera rivoluzione digitale o un rafforzamento editoriale. Il rischio è quello di sostenere modelli economici obsoleti, prolungandone l’agonia anziché favorirne l’evoluzione.

Infine, non vanno trascurate le questioni di trasparenza e controllo: è essenziale che l’assegnazione dei contributi sia sottoposta a meccanismi rigorosi di verifica, per evitare abusi, distorsioni del mercato e favoritismi.

Considerazioni finali 

Gli aiuti all’editoria 2025, come delineati dal DPCM del 17 aprile, rappresentano una risposta articolata e finanziariamente solida alle sfide che da anni affliggono il settore dell’informazione in Italia. L’investimento di 82 milioni di euro è un segnale forte da parte delle istituzioni, che riconoscono il ruolo cruciale dell’editoria per la vita democratica del Paese e per il pluralismo dell’informazione.

Il piano di interventi mostra un equilibrio tra sostegno immediato – attraverso i contributi alle edicole, ai punti vendita non esclusivi e alle imprese editoriali – e una prospettiva di medio-lungo periodo, che si concretizza nelle misure per la digitalizzazione e l’occupazione specializzata. La previsione di aiuti destinati alle assunzioni di figure professionali nel campo della comunicazione digitale e agli investimenti in innovazione tecnologica è una novità significativa che potrebbe cambiare il volto dell’editoria italiana nei prossimi anni.

Tuttavia, affinché queste risorse abbiano un impatto reale e duraturo, sarà necessario accompagnarle con politiche coerenti e riforme strutturali: semplificazione burocratica, incentivi fiscali per chi investe in innovazione, formazione continua per giornalisti e operatori del settore, oltre a un piano nazionale per la lotta alla disinformazione e per la promozione dell’educazione mediatica.

In definitiva, il 2025 si profila come un anno decisivo: da un lato rappresenta un’opportunità concreta per rilanciare l’editoria italiana; dall’altro sarà un banco di prova per misurare la capacità del sistema-Paese di innovare, semplificare e valorizzare l’informazione di qualità.

RICHIEDI UNA CONSULENZA AI NOSTRI PROFESSIONISTI

Abbiamo tutte le risorse necessarie per aiutarti a raggiungere i tuoi obiettivi.
Non esitare, contatta i nostri professionisti oggi stesso per vedere come possiamo aiutarti.
Oppure scrivici all'email info@commercialista.it

Iscriviti alla Newsletter

Privacy

Focus Approfondimenti

Altri Articoli

Iscriviti

Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere aggiornato sul mondo delle normative e legge per il fisco e tributi!

No grazie!