Acquistare la prima casa è uno dei passi più importanti nella vita di una persona o di una giovane coppia. Il 2025 porta con sé importanti conferme e qualche novità per chi vuole beneficiare dell’agevolazione fiscale per l’acquisto della prima casa. Si tratta di un’agevolazione che consente di risparmiare migliaia di euro in termini di imposte, ma che può essere fruita solo se vengono rispettati precisi requisiti normativi. Nella nuova Legge di Bilancio 2025, il Governo ha confermato le principali regole in vigore ma ha introdotto una modifica importante che riguarda le soglie minime da versare.
Sommario
In questo articolo analizzeremo tutte le regole dell’agevolazione prima casa 2025, come funziona, chi può beneficiarne, quali sono i vincoli da rispettare e quali sono i casi in cui si decade dal beneficio.
Cos’è
L’agevolazione prima casa è un beneficio fiscale riconosciuto dallo Stato italiano che consente di pagare imposte ridotte al momento dell’acquisto di un’abitazione da destinare a residenza principale. Lo scopo è favorire l’accesso alla casa, soprattutto per giovani coppie, famiglie e cittadini che acquistano la loro prima abitazione. Ma per accedervi è necessario rispettare condizioni precise legate all’immobile e all’acquirente.
Nel 2025, le condizioni fiscali agevolate variano a seconda del tipo di venditore:
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Acquisto da privato o da impresa esente IVA: si paga un’imposta di registro del 2% (invece del 9%) calcolata sul valore catastale dell’immobile. Le imposte ipotecaria e catastale sono entrambe fisse a 50 euro.
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Acquisto da impresa soggetta a IVA: in questo caso, si applica un’IVA ridotta al 4% (anziché al 10%) sul prezzo di vendita. Le imposte di registro, ipotecaria e catastale sono fisse e ammontano a 200 euro ciascuna.
Un elemento importante introdotto o confermato nella Legge di Bilancio 2025 è che l’imposta di registro non può essere inferiore a 1.000 euro, anche se il 2% sul valore catastale risultasse in un importo più basso.
Tuttavia, l’importo da versare potrebbe essere ridotto in presenza di due elementi:
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la caparra già registrata nel contratto preliminare, su cui è stata pagata un’imposta;
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un eventuale credito d’imposta maturato da un precedente acquisto agevolato.
Questi meccanismi permettono di ridurre ulteriormente il carico fiscale, offrendo un risparmio tangibile a chi si muove con consapevolezza.
Requisiti
Per usufruire dell’agevolazione prima casa nel 2025, non basta acquistare un’abitazione: è fondamentale rispettare precisi requisiti soggettivi e oggettivi. La normativa vigente, confermata e in parte aggiornata dalla Legge di Bilancio 2025, stabilisce condizioni chiare che riguardano sia l’acquirente sia l’immobile oggetto della compravendita.
Requisiti dell’acquirente
L’acquirente deve soddisfare le seguenti condizioni:
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Non deve possedere altre abitazioni acquistate con agevolazioni prima casa su tutto il territorio nazionale. Se ne è titolare, deve vendere o donare l’immobile entro un anno dalla data del nuovo acquisto per mantenere il beneficio.
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Non deve essere titolare, neanche per quote, di diritti reali di proprietà, usufrutto, uso o abitazione su altra casa situata nello stesso comune in cui si trova l’immobile che intende acquistare con le agevolazioni.
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Deve trasferire la residenza nel comune in cui è situato l’immobile entro 18 mesi dall’atto di acquisto. In alternativa, l’immobile deve trovarsi nel comune in cui l’acquirente già risiede o lavora.
Requisiti dell’immobile
Anche l’immobile deve rispondere a determinati criteri:
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Deve essere classificato come abitazione, ovvero appartenere a una delle categorie catastali A/2, A/3, A/4, A/5, A/6, A/7 (sono escluse le categorie di lusso come A/1, A/8 e A/9).
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Non deve essere un immobile di lusso, secondo i criteri stabiliti dal Decreto Ministeriale 2 agosto 1969.
La mancanza di uno di questi requisiti può comportare la decadenza dal beneficio, con il conseguente obbligo di versare tutte le imposte nella misura ordinaria, oltre a sanzioni e interessi. È quindi essenziale valutare attentamente la propria situazione prima di procedere all’acquisto.
Decadenza e sanzioni fiscali
Beneficiare dell’agevolazione prima casa è certamente un’opportunità vantaggiosa, ma è fondamentale non sottovalutare i vincoli imposti dalla normativa. La perdita dell’agevolazione, o meglio la decadenza dal beneficio, può avvenire anche dopo l’acquisto, se non si rispettano alcune condizioni nel tempo. La Legge di Bilancio 2025 conferma l’impianto normativo e ribadisce le conseguenze fiscali per chi viola gli obblighi previsti.
Principali cause di decadenza
Le principali cause che portano alla decadenza sono:
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Non trasferire la residenza nel comune dell’immobile entro 18 mesi dall’acquisto, come previsto dalla legge.
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Vendere o donare l’immobile entro 5 anni dall’acquisto, senza riacquistare entro un anno un’altra abitazione da adibire a prima casa.
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Dichiarazioni false nell’atto notarile, come ad esempio l’occultamento del possesso di altri immobili che impediscono l’accesso all’agevolazione.
Sanzioni previste
In caso di decadenza, l’acquirente è tenuto a:
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versare le imposte nella misura ordinaria (es. imposta di registro al 9% anziché al 2%);
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pagare una sanzione del 30% sulle imposte non versate più gli interessi di mora, calcolati per ogni giorno di ritardo.
L’Agenzia delle Entrate dispone di tempi lunghi per i controlli (fino a 10 anni) e ha poteri d’indagine approfonditi, anche attraverso l’incrocio dei dati catastali, anagrafici e reddituali. È quindi fondamentale agire in modo conforme, informato e – quando necessario – con il supporto di un consulente esperto.
Limite minimo di imposta
Tra le modifiche più rilevanti introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 in materia di agevolazione prima casa, spicca l’introduzione di un limite minimo all’imposta di registro, che si applica quando l’acquisto è effettuato da un privato o da un’impresa che vende in esenzione IVA. La norma stabilisce che l’imposta di registro agevolata del 2% non potrà mai essere inferiore a 1.000 euro, anche se il 2% calcolato sul valore catastale dell’immobile fosse inferiore.
Perché è importante questa novità
In passato, per immobili con valore catastale molto basso – spesso nel caso di piccoli immobili in zone periferiche o case in comuni con bassi valori catastali – il 2% poteva tradursi in importi anche inferiori a 800 euro. Con la nuova norma, invece, chi rientra nell’agevolazione dovrà comunque versare almeno 1.000 euro di imposta di registro.
Questa misura ha l’obiettivo dichiarato di:
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contrastare possibili abusi del meccanismo agevolato;
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aumentare le entrate fiscali senza modificare l’impianto complessivo dell’agevolazione;
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mantenere l’agevolazione efficace per la maggioranza degli acquirenti, ma con una soglia minima “di equità fiscale”.
Impatti sul contribuente
Per la maggior parte dei contribuenti, questo nuovo minimo non comporta variazioni rilevanti. Tuttavia, per chi acquista immobili molto economici, il vantaggio fiscale si riduce sensibilmente. In questi casi è utile valutare la strategia fiscale complessiva, tenendo conto anche di eventuali crediti d’imposta residui o dell’uso della caparra come scomputo.
Immobili ammissibili
Un aspetto fondamentale da valutare prima di acquistare un immobile con l’obiettivo di accedere all’agevolazione prima casa è la categoria catastale dell’immobile. La normativa fiscale, infatti, non estende il beneficio a tutte le abitazioni, ma solo a quelle rientranti in precise categorie che rappresentano, di fatto, le case “non di lusso”.
Categorie catastali ammesse
L’agevolazione si applica esclusivamente alle abitazioni classificate come:
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A/2 – Abitazioni di tipo civile;
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A/3 – Abitazioni di tipo economico;
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A/4 – Abitazioni di tipo popolare;
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A/5 – Abitazioni di tipo ultrapopolare;
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A/6 – Abitazioni di tipo rurale;
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A/7 – Villini;
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A/11 – Alloggi tipici dei luoghi.
Inoltre, il beneficio è esteso anche alle pertinenze dell’abitazione principale, ma con delle limitazioni:
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Le pertinenze devono rientrare in una delle seguenti categorie catastali: C/2 (magazzini e locali di deposito), C/6 (autorimesse o rimesse) e C/7 (tettoie chiuse o aperte);
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Si può beneficiare dell’agevolazione per una sola pertinenza per ciascuna categoria;
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Le pertinenze devono essere destinate in modo durevole a servizio dell’abitazione principale e acquistate congiuntamente o successivamente a essa.
Categorie escluse
Sono espressamente escluse dall’agevolazione le seguenti categorie catastali, in quanto considerate immobili di lusso o di pregio:
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A/1 – Abitazioni signorili;
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A/8 – Ville;
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A/9 – Castelli e palazzi con rilevante valore storico-artistico.
Tentare di forzare il riconoscimento dell’agevolazione su immobili non idonei può comportare la perdita del beneficio e sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, soprattutto in fase di controlli incrociati tra visure catastali e atti notarili.
Novità 2025
La Legge di Bilancio 2025, entrata in vigore dal 1° gennaio, ha introdotto alcune modifiche significative alle condizioni per beneficiare dell’agevolazione prima casa. Si tratta di novità pratiche e rilevanti, pensate per ampliare la platea dei beneficiari e adattare le norme alle esigenze attuali, soprattutto in un contesto economico e lavorativo in continua evoluzione.
Estensione del termine per vendere la precedente prima casa
Una delle principali novità riguarda la tempistica per la vendita dell’immobile precedentemente acquistato con le agevolazioni prima casa. Fino al 31 dicembre 2024, chi possedeva già un’abitazione acquistata con il beneficio doveva venderla entro 1 anno dal nuovo acquisto per non perdere le agevolazioni. Dal 2025, invece, il termine è stato esteso a 2 anni, offrendo così maggiore flessibilità agli acquirenti. Questa modifica consente di gestire con più calma il processo di vendita della casa precedente, evitando di subire svantaggi economici legati a vendite affrettate.
Nuovi criteri di localizzazione dell’immobile
La regola base resta invariata: l’immobile deve trovarsi nel Comune in cui l’acquirente ha la residenza o vi trasferisca la propria residenza entro 18 mesi. Tuttavia, il legislatore ha confermato anche tre eccezioni importanti:
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L’acquirente ha diritto all’agevolazione se l’immobile si trova nel Comune in cui svolge attività (anche non retribuita, come volontariato, studio o sport).
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Il beneficio si mantiene anche se l’immobile è situato nel Comune in cui ha sede il datore di lavoro, a condizione che l’acquirente sia stato trasferito all’estero per ragioni professionali.
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I cittadini italiani emigrati all’estero possono acquistare con l’agevolazione prima casa in qualsiasi parte del territorio nazionale, purché dichiarino l’intenzione di usare l’immobile come prima casa in Italia.
Queste modifiche ampliano le opportunità per lavoratori in mobilità, studenti fuori sede e italiani residenti all’estero, rafforzando il carattere sociale della norma.
Caparra e contratto preliminare
Un aspetto spesso sottovalutato, ma di grande rilevanza fiscale, riguarda il momento in cui viene stipulato e registrato il contratto preliminare di compravendita (il cosiddetto “compromesso”), soprattutto quando è accompagnato dal versamento di una caparra confirmatoria. In presenza di un contratto registrato e di un acconto versato, è possibile ottenere uno sconto sull’imposta di registro dovuta al momento dell’atto definitivo di compravendita.
Scomputo dell’imposta già versata
Nel momento in cui si stipula un contratto preliminare registrato, si è tenuti a pagare:
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lo 0,5% sulla caparra confirmatoria;
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o il 3% sull’acconto prezzo, se versato in quel momento.
Tali somme vengono considerate anticipazioni sull’imposta di registro e vengono scomputate dall’imposta dovuta all’atto definitivo. Questo significa che, se al momento del rogito notarile si deve pagare l’imposta agevolata del 2% (con un minimo di 1.000 euro nel 2025), quanto già versato in fase preliminare sarà scalato dall’importo complessivo.
Importanza della registrazione
La registrazione del preliminare non è obbligatoria ai fini civilistici, ma diventa fondamentale ai fini fiscali se si vuole beneficiare dello scomputo. Inoltre, fornisce una tutela giuridica aggiuntiva all’acquirente, che può trascrivere il preliminare nei registri immobiliari per rendere opponibile a terzi l’accordo preso con il venditore.
Questa strategia è particolarmente utile nei casi in cui l’immobile sia in costruzione o si voglia bloccare il prezzo di vendita prima del rogito. È quindi consigliabile affidarsi a un notaio o a un commercialista esperto che possa valutare ogni dettaglio dell’operazione e garantire il massimo vantaggio fiscale.
Credito d’imposta
Una delle opportunità fiscali più interessanti riconosciute dalla normativa italiana in materia di prima casa è rappresentata dal credito d’imposta per chi vende un’abitazione acquistata con le agevolazioni e, entro un anno, ne acquista un’altra da destinare a propria abitazione principale. Questo meccanismo consente di recuperare parte dell’imposta già versata in precedenza e utilizzarla per abbattere il carico fiscale della nuova operazione.
In cosa consiste il credito
Il credito d’imposta corrisponde all’imposta di registro o all’IVA pagata sul primo acquisto agevolato. Può essere utilizzato in diversi modi:
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in detrazione dall’imposta di registro dovuta per il nuovo acquisto;
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in diminuzione dell’IRPEF in sede di dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi PF);
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per compensare tributi e contributi dovuti tramite modello F24.
Attenzione però: il credito non dà mai diritto a rimborsi in denaro. Se l’importo del credito eccede le imposte da pagare, la parte residua può essere utilizzata in compensazione, ma non può essere chiesta a rimborso.
Condizioni da rispettare
Per usufruire del credito d’imposta occorre che:
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l’abitazione ceduta e quella acquistata siano entrambe state oggetto di agevolazione prima casa;
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la vendita della prima casa e l’acquisto della seconda avvengano entro 1 anno l’una dall’altra (la norma è rimasta invariata nella Legge di Bilancio 2025);
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l’acquirente mantenga la residenza o vi si trasferisca entro 18 mesi nel comune della nuova abitazione.
Questo strumento è particolarmente vantaggioso per chi decide di cambiare abitazione restando all’interno del regime agevolato, permettendo un concreto risparmio fiscale e una gestione efficiente del patrimonio immobiliare.
Istruzioni pratiche
Accedere all’agevolazione prima casa nel 2025 è un processo che richiede attenzione, precisione formale e il rispetto di determinati requisiti, sia soggettivi che oggettivi. Tuttavia, non è necessaria una domanda preventiva all’Agenzia delle Entrate: l’accesso avviene direttamente in sede di rogito notarile, al momento dell’acquisto dell’immobile.
Cosa fare in concreto
Per beneficiare delle imposte ridotte, è necessario:
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Dichiarare espressamente nell’atto notarile di acquisto che:
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si possiedono i requisiti soggettivi (es. non si è proprietari di altri immobili con agevolazioni prima casa, oppure si provvederà alla vendita entro 2 anni);
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si trasferirà la residenza nel comune in cui è situato l’immobile entro 18 mesi;
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l’immobile rientra tra quelli agevolabili (non di lusso, in categoria catastale ammessa).
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Conservare la documentazione utile a dimostrare la veridicità delle dichiarazioni rese, come certificati di residenza, visure catastali di altri immobili, e contratti preliminari registrati.
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Farsi assistere da un notaio o da un professionista fiscale che possa verificare che tutte le condizioni siano rispettate e che le clausole dell’atto siano redatte in modo conforme alla normativa.
Attenzione ai controlli successivi
L’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli anche a distanza di anni, verificando l’effettivo trasferimento di residenza, la presenza di altri immobili o la destinazione d’uso delle pertinenze. È quindi fondamentale non solo accedere correttamente all’agevolazione, ma anche mantenere i requisiti nel tempo.
Chi non rispetta i requisiti o rende dichiarazioni false rischia la decadenza dal beneficio, con recupero dell’imposta ordinaria, sanzioni e interessi.
Considerazioni finali
L’acquisto della prima casa rappresenta uno degli investimenti più significativi nella vita di una persona o di una famiglia. Grazie all’agevolazione prima casa 2025, è possibile ottenere un concreto risparmio fiscale, che può arrivare a migliaia di euro, se si rispettano attentamente tutti i requisiti e si pianifica l’operazione in modo strategico.
I principali vantaggi fiscali
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Imposte ridotte (registro al 2% o IVA al 4%);
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Imposte fisse su ipotecaria e catastale;
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Credito d’imposta per chi riacquista un nuovo immobile agevolato;
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Scomputo delle imposte già versate su caparra o acconti.
I consigli del commercialista per risparmiare
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Verifica preliminare: controlla con attenzione la categoria catastale dell’immobile, la tua situazione patrimoniale e residenziale. Se hai dubbi, chiedi una consulenza.
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Pianifica la vendita del vecchio immobile: se possiedi già una prima casa agevolata, ricorda che ora hai 2 anni di tempo per venderla, ma non perdere di vista la scadenza.
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Registrazione del preliminare: se versi una caparra, registrare il compromesso ti consente di anticipare parte dell’imposta e abbattere il carico fiscale finale.
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Documenta tutto: mantieni copie di tutte le dichiarazioni, atti notarili, registrazioni e comunicazioni per essere sempre pronto in caso di controlli.
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Non improvvisare: ogni caso ha le sue particolarità. Affidarsi a un commercialista esperto in materia immobiliare e fiscale è la strategia migliore per evitare errori costosi.
Conoscere bene la normativa e affidarsi a professionisti aggiornati consente non solo di risparmiare legalmente sulle imposte, ma anche di affrontare l’acquisto della casa con maggiore sicurezza, evitando spiacevoli sorprese in futuro.