Nel 2025 il Governo accelera sulla modernizzazione del Paese con un provvedimento strategico: il Decreto Infrastrutture (DL 73/2025). Questo nuovo decreto non è solo un atto normativo, ma un vero e proprio pacchetto di misure concrete per rilanciare investimenti, efficienza e sostenibilità nei settori chiave della nostra economia: autotrasporti, appalti pubblici e fonti rinnovabili.
Sommario
Tra gli strumenti introdotti, spiccano fondi per il rinnovo dei veicoli aziendali, semplificazioni per l’affidamento diretto di lavori pubblici, mappature accelerate delle zone idonee per impianti FER, e indennizzi automatici per le imprese danneggiate da ritardi operativi. Un vero e proprio cambio di passo a beneficio di PMI, imprese energetiche e operatori infrastrutturali, che ora potranno contare su iter più snelli, risparmi fiscali e nuove tutele contrattuali.
Il DL 73/2025 si inserisce perfettamente nella logica del PNRR e del PNIEC 2030, tracciando un percorso chiaro per raggiungere gli obiettivi europei in materia di clima, competitività e sostenibilità. In questo articolo analizziamo tutte le misure, i vantaggi fiscali ed economici, e le prospettive future per chi vuole cogliere al volo queste opportunità.
Trasporto merci
Il Decreto Infrastrutture 2025 (DL 73/2025) interviene con decisione a favore delle imprese di autotrasporto, un settore strategico per l’economia nazionale ma storicamente afflitto da criticità legate ai tempi di pagamento e alla vetustà del parco veicoli. Due le novità principali introdotte dall’articolo 4 del decreto.
1. Indennizzo automatico per i ritardi nel carico e scarico
Una misura di grande impatto è l’introduzione di un indennizzo automatico di 100 euro per ogni ora (o frazione di ora) di ritardo nelle operazioni di carico e scarico oltre i 90 minuti di franchigia. Questa indennità sarà dovuta in solido dal committente e dal caricatore, alleggerendo l’onere della prova per l’impresa di autotrasporto e rendendo automatico il diritto al risarcimento. L’importo sarà inoltre rivalutato annualmente secondo l’indice ISTAT FOI, assicurando un adeguamento all’inflazione. Si tratta di una misura storica che tutela le imprese da lunghe attese non retribuite e aumenta la certezza nei rapporti contrattuali.
2. Sanzioni per ritardi nei pagamenti
Viene inoltre inserito un nuovo comma 15-bis all’art. 83-bis del DL 112/2008, che consente all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) di sanzionare i ritardi nei pagamenti da parte dei committenti, su iniziativa del creditore o del Comitato centrale per l’Albo degli autotrasportatori. Una stretta che mira a ridurre i fenomeni di insolvenza e le pratiche scorrette nei rapporti commerciali.
3. 12 milioni per il rinnovo dei veicoli
Infine, il decreto stanzia 6 milioni di euro annui per il 2025 e il 2026 per favorire l’ammodernamento del parco veicolare delle imprese del trasporto merci. Le modalità operative saranno dettagliate in un successivo decreto del Ministero delle Infrastrutture, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’obiettivo è promuovere la sostituzione di veicoli obsoleti con mezzi più sicuri, efficienti e meno inquinanti, anche in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione.
Appalti pubblici
Un’altra importante area d’intervento del DL 73/2025 riguarda le semplificazioni normative negli appalti pubblici, con l’obiettivo di accelerare gli interventi in situazioni di emergenza e garantire una maggiore tempestività da parte della Pubblica Amministrazione. L’articolo 2 del decreto prevede deroghe specifiche al Codice dei Contratti Pubblici (D.lgs. 36/2023), attivabili in presenza di eventi eccezionali come alluvioni, terremoti, frane o altri disastri naturali.
Affidamento diretto sopra soglia in casi eccezionali
Tra le novità più significative vi è la possibilità di affidamento diretto anche per appalti sopra soglia, bypassando così le ordinarie procedure di gara. Questo strumento, seppur temporaneo e vincolato alla sussistenza di condizioni emergenziali, rappresenta una semplificazione radicale che potrebbe ridurre i tempi di avvio dei cantieri da mesi a settimane, a beneficio soprattutto delle imprese di costruzione, manutenzione e fornitura impegnate nei territori colpiti.
Esclusione automatica delle offerte anomale
Un’altra misura rilevante riguarda le gare con meno di cinque partecipanti: in questi casi, il decreto consente l’esclusione automatica delle offerte anomale, rafforzando la tutela della concorrenza e impedendo che gare scarsamente partecipate vengano viziate da ribassi eccessivi o sospetti. La norma mira a tutelare l’equità e la qualità degli interventi, oltre a garantire maggiore certezza e trasparenza nell’affidamento degli appalti pubblici in situazioni critiche.
Queste disposizioni, benché temporanee, possono tradursi in opportunità concrete per le imprese, riducendo la burocrazia e offrendo percorsi più rapidi per partecipare a progetti infrastrutturali di rilievo.
Fonti rinnovabili
Il DL 73/2025 punta anche ad accelerare in modo significativo la realizzazione degli impianti da fonti di energia rinnovabile (FER), un obiettivo strategico per rispettare le scadenze del PNIEC 2030 e del PNRR. Con l’articolo 13 del decreto, viene modificato l’art. 12 del D.lgs. 190/2024, introducendo una vera e propria rivoluzione in termini di identificazione e gestione delle aree idonee per la costruzione di impianti rinnovabili.
Zone industriali come aree di accelerazione
La novità principale consiste nel fatto che le aree industriali, così come definite dagli strumenti urbanistici a livello comunale, sovracomunale o regionale, sono automaticamente riconosciute come zone di accelerazione per l’autorizzazione e la costruzione degli impianti. Ciò elimina uno dei principali ostacoli procedurali che, fino ad oggi, rallentava i progetti: l’attesa delle delibere regionali per definire le aree idonee.
Mappatura ufficiale pubblicata dal GSE
Inoltre, il decreto attribuisce al Gestore dei Servizi Energetici (GSE) il compito di pubblicare, entro 10 giorni dalla promulgazione del decreto (cioè entro il 31 maggio 2025), una mappatura cartografica ufficiale e digitale delle aree idonee. Questa rappresentazione sarà consultabile online e avrà valore legale, permettendo alle imprese di avviare i progetti con iter semplificato e tempi certi, senza più dover attendere decisioni a livello regionale.
Un cambiamento epocale per il settore energetico
Queste modifiche introducono una vera e propria semplificazione strutturale che potrà facilitare l’accesso a incentivi pubblici, accelerare l’ottenimento delle autorizzazioni ambientali e promuovere una maggiore attrattività per gli investimenti nel settore delle energie pulite. Il risultato atteso è una crescita più rapida e diffusa degli impianti solari, eolici e di altre tecnologie green, in coerenza con gli impegni europei sul clima.
Vantaggi fiscali
Le misure contenute nel DL 73/2025 non si limitano a semplificare i procedimenti o ad assegnare risorse: hanno anche un impatto diretto e significativo sul piano fiscale ed economico per le imprese, sia nel breve che nel medio periodo. I risparmi indiretti, le maggiori tutele contrattuali e i fondi mirati offrono un terreno fertile per investimenti, efficienza e competitività.
Riduzione degli oneri improduttivi nel settore trasporti
Per le imprese dell’autotrasporto, la monetizzazione dei tempi di attesa con l’indennizzo automatico da 100 euro/ora rappresenta un vantaggio economico concreto: riduce le perdite causate dalle soste non retribuite e migliora la gestione della liquidità aziendale. Allo stesso modo, l’introduzione delle sanzioni per ritardi nei pagamenti potenzia la certezza dei flussi di cassa, rafforzando il potere contrattuale delle PMI e dei piccoli operatori.
Incentivi al rinnovo dei mezzi e risparmio energetico
I fondi stanziati per il rinnovo del parco veicolare (12 milioni complessivi tra 2025 e 2026) permetteranno di acquistare veicoli più moderni ed efficienti, con consumi ridotti, minori emissioni e costi di manutenzione più bassi. Questa transizione favorisce il rispetto delle normative ambientali europee e può contribuire ad accedere a ulteriori crediti d’imposta ambientali o strumenti di finanza agevolata.
Accesso semplificato a fondi e iter più veloci
Le deroghe negli appalti pubblici permettono alle imprese di partecipare più facilmente a gare, riducendo i tempi e i costi di partecipazione. In parallelo, la mappatura immediata delle aree idonee per le rinnovabili consente alle imprese del settore energia e impiantistica di avviare nuovi progetti senza attese burocratiche. Questo genera una riduzione dei costi di progettazione e una velocizzazione del ritorno sugli investimenti.
In sintesi, il decreto crea un contesto favorevole in cui le imprese possono programmare lo sviluppo con maggiore sicurezza, sfruttando opportunità reali di risparmio fiscale, maggiore efficienza operativa e minore esposizione al rischio regolatorio.
Impatto macroeconomico
Il Decreto Infrastrutture 2025, pur essendo una misura tecnica, avrà effetti rilevanti anche su scala macroeconomica, configurandosi come uno degli strumenti più efficaci per stimolare investimenti e modernizzazione in settori chiave della produttività italiana. I comparti dell’autotrasporto, della logistica, dell’edilizia pubblica e dell’energia rinnovabile sono tutti asset strategici per il rilancio del PIL e la sostenibilità del sistema economico.
Stimolo agli investimenti e moltiplicatore economico
I fondi per il rinnovo veicoli e le semplificazioni autorizzative per gli impianti FER hanno un effetto moltiplicatore sull’economia: ogni euro investito in questi ambiti attiva catene di fornitura che coinvolgono manifattura, installazione, tecnologia e servizi professionali. Allo stesso modo, la velocizzazione delle procedure di gara pubblica genera cantieri più rapidi, contratti attivi e circolazione di capitale in ambito edilizio e infrastrutturale.
Aumento dell’attrattività per capitali privati
La chiarezza normativa, la riduzione dei tempi autorizzativi e la definizione certa delle aree idonee migliorano la reputazione del sistema Italia agli occhi degli investitori. Ciò è particolarmente importante nel contesto della transizione energetica, dove operatori internazionali cercano contesti regolatori affidabili per localizzare impianti e filiere.
Competitività e resilienza delle PMI
Infine, il decreto fornisce leve concrete per rafforzare la resilienza delle piccole e medie imprese italiane, spesso penalizzate da burocrazia, ritardi nei pagamenti e accesso limitato ai fondi pubblici. Grazie al DL 73/2025, possono invece contare su tempi più certi, incentivi dedicati e procedure alleggerite, elementi fondamentali per pianificare la crescita in modo strutturale.
Nuove opportunità settoriali
L’efficacia del DL 73/2025 dipenderà ora dalla prontezza nell’emanazione dei decreti attuativi, che dovranno definire in dettaglio criteri, procedure e soggetti abilitati a beneficiare delle nuove misure. Alcuni provvedimenti sono attesi già entro l’estate 2025 e riguarderanno:
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Le modalità di erogazione dei fondi per il rinnovo veicoli (Ministero Infrastrutture e MEF).
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La mappatura digitale delle aree idonee FER, a cura del GSE.
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I protocolli operativi per gli appalti pubblici in emergenza, validi anche per eventi climatici estremi sempre più frequenti.
Evoluzione normativa e PNRR
Molte delle disposizioni si intrecciano con le scadenze e gli obiettivi del PNRR e del PNIEC 2030, quindi potrebbero essere estese o stabilizzate nei prossimi mesi, anche alla luce delle interlocuzioni con la Commissione Europea. L’eventuale inserimento delle misure nei prossimi collegi pluriennali di bilancio garantirebbe stabilità normativa e amplierebbe la platea dei beneficiari.
Settori coinvolti nei prossimi aggiornamenti
I settori che dovranno monitorare con maggiore attenzione l’evoluzione saranno:
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Autotrasporto e logistica urbana, per gli incentivi ambientali e le deroghe contrattuali.
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Edilizia pubblica e green building, in vista dell’accelerazione dei cantieri.
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Energia, agrivoltaico e impianti industriali, che potranno sfruttare le nuove aree FER “pre-identificate”.
Conclusione
Il Decreto Infrastrutture 2025 si configura come uno strumento normativo orientato all’operatività immediata, capace di fornire risposte concrete alle imprese in tre ambiti fondamentali: mobilità, appalti e transizione energetica. Le misure adottate non solo facilitano la gestione quotidiana delle aziende, ma offrono anche prospettive strategiche per programmare crescita e investimenti, soprattutto per chi saprà cogliere per tempo le opportunità legate ai fondi pubblici e alle semplificazioni procedurali.
La capacità del Governo di tradurre rapidamente queste norme in azioni attuative sarà determinante per trasformare il decreto in un volano di rilancio economico e di innovazione.
In un’epoca di transizione ecologica e digitale, le imprese italiane hanno ora strumenti concreti per essere protagoniste di un cambiamento reale.