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lunedì 19 Maggio 2025

Codici ATECO 2025: INPS avvia l’aggiornamento automatico per tutte le aziende attive

Un cambiamento silenzioso ma cruciale è iniziato dal 1° aprile 2025 per migliaia di imprese italiane. Con l’adozione dei nuovi codici ATECO 2025, l’INPS ha avviato un processo di aggiornamento automatico delle matricole aziendali, che impatta direttamente su contributi, inquadramenti e accesso a numerosi benefici fiscali.

Sulla base della Circolare INPS n. 71/2025 e del Messaggio n. 1471 del 13 maggio 2025, l’Istituto ha dato il via a una riclassificazione sistematica, in linea con le direttive ISTAT e le nuove esigenze dell’economia digitale e sostenibile. Le aziende non devono fare nulla, si dice. Ma in realtà, non controllare il nuovo codice ATECO potrebbe significare perdere agevolazioni, pagare più contributi o subire errori sanzionabili.

In questo articolo ti spieghiamo cosa prevede l’aggiornamento automatico INPS, quali sono gli impatti pratici e fiscali per le imprese, e soprattutto come trasformare questo obbligo in un’opportunità strategica, evitando errori e sfruttando al meglio i vantaggi offerti dal sistema.

Codici ATECO 2025

Il mondo del lavoro cambia, e con esso cambia anche il modo in cui vengono classificate le attività economiche. A partire dal 1° aprile 2025, l’INPS ha ufficialmente adottato la nuova versione dei codici ATECO 2025, in linea con l’aggiornamento predisposto dall’ISTAT e coerente con la classificazione europea NACE. A sancirlo è la Circolare INPS n. 71 del 31 marzo 2025, che annuncia l’entrata in vigore della nuova classificazione, seguita dal Messaggio n. 1471 del 13 maggio 2025, il quale conferma l’inizio dell’aggiornamento automatico delle matricole aziendali per tutte le imprese già iscritte prima della data di attuazione.

Questa modifica ha un impatto diretto su tutte le imprese italiane, poiché i codici ATECO rappresentano non solo un parametro statistico, ma anche un criterio fondamentale per determinare l’inquadramento contributivo INPS e INAIL, oltre ad influire su numerose agevolazioni fiscali e accessi a bandi e finanziamenti pubblici. Il cambiamento interessa in particolare i codici a 5 e 6 cifre, che ora sono stati rivisti per riflettere in maniera più aderente l’evoluzione dei settori produttivi, in un contesto economico in rapida trasformazione.

Oltre all’aggiornamento dei codici, la circolare prevede anche la revisione del Manuale di classificazione dei datori di lavoro ai fini previdenziali e assistenziali, un documento fondamentale per orientare correttamente le imprese nei loro rapporti con la previdenza pubblica. In questo scenario, la digitalizzazione e l’automazione amministrativa giocano un ruolo chiave, semplificando il passaggio verso la nuova classificazione senza oneri burocratici per le aziende già attive.

Nuove iscrizioni e variazioni

Dal 1° aprile 2025, tutte le nuove iscrizioni aziendali presso l’INPS devono indicare il codice ATECO 2025, in base alla nuova classificazione ufficiale predisposta dall’ISTAT. L’INPS ha integrato questa struttura all’interno dei propri sistemi informativi, utilizzando uno strumento di transcodifica che permette di associare i vecchi codici ATECO 2007 ai nuovi corrispettivi ATECO 2025, garantendo una continuità amministrativa e contributiva nel passaggio tra le due versioni.

Nel caso di aziende costituite prima del 1° aprile 2025, che devono completare l’iscrizione INPS per la gestione dipendenti o per altre necessità operative, sarà possibile ancora inserire un codice ATECO 2007. Tuttavia, la procedura proporrà automaticamente il codice ATECO 2025 equivalente, facilitando così la transizione e assicurando l’uniformità del dato. Questo scenario è frequente, ad esempio, per aziende iscritte in Camera di Commercio ma che iniziano ad assumere solo dopo l’entrata in vigore dei nuovi codici.

L’INPS ha inoltre istituito un nuovo Codice Statistico Contributivo (CSC): il 70713, dedicato ad attività di consulenza, che mantiene le stesse caratteristiche del CSC 70708 ma è coerente con la nuova classificazione ATECO. In attesa del completamento del processo di ricodifica, le variazioni contributive verranno gestite provvisoriamente utilizzando il codice ATECO 2025 ricavato dal codice 2007 esistente. Tale codice provvisorio sarà successivamente consolidato una volta terminata la revisione generale.

Per la Gestione Separata, una modifica importante riguarda i committenti, che dovranno adottare il codice ATECO 2025 all’interno dei flussi UniEmens trasmessi a partire dal 1° aprile 2025. Le posizioni esistenti manterranno la loro classificazione attuale fino a nuove variazioni o interventi correttivi. Un’eccezione è rappresentata dalle categorie di artigiani e commercianti, per le quali l’aggiornamento procedurale sarà oggetto di una comunicazione separata da parte dell’Istituto.

INPS: al via l’aggiornamento ATECO 2025 - Commercialista.it

Adeguamento automatico

Dal 13 maggio 2025 è ufficialmente partito il processo di conversione automatica dei codici ATECO per tutte le imprese già iscritte all’INPS prima del 1° aprile 2025, purché in stato “Attiva” o “Riattivata”. Questo processo è stato annunciato nel Messaggio INPS n. 1471/2025, che stabilisce le regole per l’aggiornamento quotidiano delle matricole aziendali con i nuovi codici previsti dalla classificazione ATECO 2025.

Ogni azienda coinvolta riceverà una PEC ufficiale contenente sia il nuovo codice ATECO 2025, sia il corrispondente Codice Statistico Contributivo (CSC) aggiornato. La conversione non è simultanea per tutte le imprese: viene eseguita giornalmente in modo progressivo, con l’obiettivo di coprire l’intero parco iscritti senza impatti operativi o rallentamenti amministrativi.

Per gli intermediari abilitati (come commercialisti e consulenti del lavoro), l’INPS fornisce un report settimanale che elenca tutte le matricole aggiornate, i nuovi codici ATECO e i CSC assegnati. Questo strumento consente un controllo efficace da parte dei professionisti incaricati, facilitando l’intervento in caso di incongruenze o assegnazioni errate.

Nel caso in cui un’impresa riceva un codice ATECO errato o non rappresentativo dell’attività svolta, può richiedere la rettifica direttamente tramite il Cassetto Previdenziale del Contribuente, nella sezione dedicata all’“Attribuzione codice ATECO 2025”. La richiesta deve essere corredata da visura camerale, statuto e altri documenti utili a dimostrare la natura reale dell’attività svolta.

Un’attenzione particolare va posta alle matricole sospese: per queste, l’assegnazione del nuovo codice ATECO 2025 avverrà al momento della riattivazione. In tal caso, sarà un operatore di sede INPS ad accedere alla procedura “Iscrizione e Variazione Azienda”, registrare i dati e trasmettere la comunicazione ufficiale via PEC al datore di lavoro o al relativo intermediario.

Impatti fiscali

Il cambiamento dei codici ATECO non è solo una formalità burocratica. I codici ATECO sono un elemento cruciale per l’inquadramento delle aziende non solo sotto il profilo statistico, ma soprattutto previdenziale, assicurativo e fiscale. Un codice ATECO errato può comportare versamenti contributivi sbagliati, errori nell’inquadramento INAIL e addirittura l’esclusione o l’inclusione indebita in regimi fiscali agevolati o incentivi pubblici.

Tra gli impatti principali:

  • Contributi INPS: il codice ATECO influenza l’assegnazione del corretto Codice Statistico Contributivo (CSC), che determina l’aliquota contributiva da applicare. Un CSC non corretto potrebbe portare a sanzioni o differenze contributive da regolarizzare.

  • Premi INAIL: l’inquadramento delle attività secondo i rischi professionali dipende dal codice ATECO. Un codice non coerente può comportare errati livelli di rischio e quindi premi assicurativi più alti o più bassi del dovuto.

  • Accesso a bonus e agevolazioni: molti incentivi (es. credito d’imposta, esoneri contributivi, agevolazioni per assunzioni, bandi regionali o nazionali) sono limitati a specifici settori economici. L’inserimento in un codice ATECO errato può comportare la perdita dell’accesso a tali misure.

  • Regime fiscale e adempimenti: anche il regime contabile e fiscale applicabile può variare a seconda dell’attività dichiarata. Codici errati potrebbero comportare obblighi o semplificazioni non spettanti.

Per questo motivo è essenziale che imprenditori, artigiani, commercianti e professionisti, insieme ai loro consulenti, verifichino con attenzione il codice ATECO 2025 assegnato e richiedano tempestivamente la rettifica in caso di incongruenze. Un piccolo errore oggi potrebbe trasformarsi in un problema complesso domani, con rischi economici e legali.

Consigli operativi

Per gestire correttamente il passaggio ai codici ATECO 2025, le aziende non devono solo attendere la comunicazione via PEC da parte dell’INPS. È infatti fondamentale adottare un approccio proattivo, avvalendosi del supporto di professionisti aggiornati e di strumenti digitali che facilitino il monitoraggio delle variazioni.

Ecco alcune azioni concrete da mettere in atto:

  • Verificare la comunicazione ricevuta da INPS: una volta ottenuta la PEC, è opportuno controllare attentamente sia il nuovo codice ATECO che il CSC attribuito, confrontandoli con l’effettiva attività economica svolta.

  • Consultare la visura camerale aggiornata: questo documento è essenziale per determinare se il nuovo codice ATECO assegnato sia effettivamente coerente con l’oggetto sociale e con l’attività prevalente dell’impresa.

  • Interfacciarsi con il consulente di fiducia: commercialisti, consulenti del lavoro e CAF sono i soggetti più indicati per supportare l’impresa in caso di necessità di rettifica, o per anticipare impatti fiscali e previdenziali negativi.

  • Utilizzare tempestivamente il Cassetto Previdenziale: la funzionalità online dell’INPS consente di caricare in autonomia la richiesta di variazione, allegando documenti giustificativi come lo statuto o la visura.

  • Monitorare le variazioni settimanali: i professionisti abilitati possono scaricare i report INPS per verificare, anche per conto dei loro clienti, eventuali modifiche non notificate o errate.

  • Prevedere controlli interni periodici: in particolare per realtà multi-attività, è consigliato un audit interno o una revisione periodica dei codici ATECO assegnati, per prevenire disallineamenti tra pratiche INPS, INAIL e Agenzia delle Entrate.

Questo periodo di transizione è un’occasione strategica per aggiornare la propria posizione amministrativa e correggere eventuali storture pregresse, spesso ignorate per anni. Non affrontare correttamente questo passaggio potrebbe infatti tradursi in problemi con il Fisco, contenziosi o revoca di agevolazioni in sede di controlli futuri.

INPS: al via l’aggiornamento ATECO 2025 - Commercialista.it

Classificazione unica

Il passaggio ai nuovi codici ATECO 2025 non riguarda solo l’INPS, ma rappresenta un tassello fondamentale nel progetto di integrazione e armonizzazione delle banche dati pubbliche. Il codice ATECO è, infatti, uno degli elementi centrali nella mappatura delle attività economiche e viene utilizzato da una molteplicità di enti: dalla Camera di Commercio all’Agenzia delle Entrate, dall’INAIL fino agli uffici regionali per bandi e incentivi.

Uno degli obiettivi strategici di lungo periodo, come evidenziato da numerosi piani di semplificazione amministrativa, è quello di arrivare a una classificazione unificata e coerente tra tutti i soggetti istituzionali.

Questo permetterà alle imprese di evitare difformità e disallineamenti che oggi causano:

  • incongruenze tra visura camerale e posizione INPS/INAIL;

  • errori negli inquadramenti previdenziali e assicurativi;

  • difficoltà di accesso a misure di sostegno economico, laddove il codice ATECO non risulti coerente con le finalità del bando o dell’agevolazione;

  • ritardi o sospensioni nei rimborsi fiscali, qualora vi siano discordanze nelle anagrafiche tra enti.

Il nuovo ATECO 2025 nasce proprio con lo scopo di aggiornare e rendere più preciso il sistema di classificazione, soprattutto nei settori emergenti come la tecnologia, i servizi digitali, l’economia circolare e l’assistenza alla persona. In questo contesto, l’interconnessione tra banche dati diventa una priorità per lo Stato e un vantaggio competitivo per le aziende più attente.

Nel futuro prossimo, è prevedibile che anche INAIL, Agenzia delle Entrate e CCIAA recepiscano pienamente i nuovi codici ATECO, promuovendo un sistema interconnesso, trasparente e più efficiente, in cui ogni variazione venga condivisa e sincronizzata automaticamente tra le varie amministrazioni.

Considerazioni finali

L’adeguamento ai codici ATECO 2025 non è solo un adempimento amministrativo, ma può e deve essere visto dalle imprese come un’occasione per fare ordine nei propri assetti organizzativi, correggere errori passati e porsi nella condizione di intercettare con maggiore precisione incentivi, agevolazioni e opportunità di mercato.

In un contesto economico in cui la trasparenza dei dati aziendali è sempre più rilevante — anche per la partecipazione a gare pubbliche, bandi PNRR, accesso al credito o rating di affidabilità fiscale — mantenere un profilo coerente e aggiornato in tutte le anagrafi pubbliche è fondamentale.

Una corretta classificazione ATECO consente infatti di:

  • evitare ispezioni e contestazioni da parte di INPS o Agenzia delle Entrate;

  • accedere più facilmente a fondi agevolati e bandi tematici;

  • posizionarsi in maniera efficace in nuove filiere produttive emergenti;

  • migliorare la reputazione fiscale e previdenziale dell’impresa.

Il consiglio per gli imprenditori è quindi quello di non attendere passivamente la notifica PEC dell’INPS, ma di attivarsi con i propri consulenti di fiducia per verificare il nuovo codice, analizzarne l’impatto fiscale e contributivo, e valutare — se necessario — la presentazione di una richiesta di rettifica. Le imprese che oggi investono in un controllo consapevole della propria posizione contributiva, domani saranno più snelle, più solide e meglio attrezzate per affrontare le sfide del mercato.

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