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martedì 16 Aprile 2024

Franchising del marchio d’impresa e collettivo: come realizzare guadagni elevati con il massimo risparmio fiscale

Le licenze di marchio nella pratica commerciale sono spesso concesse nel quadro di contratti più vasti, come soprattutto gli accordi di franchising. Simuliamo un caso pratico di franchising del marchio collettivo, per individuare i benefits commerciali e quantificare il risparmio d’imposta ottenibile attraverso l’esercizio dell’opzione del “Patent Box” ex articolo 1 L. 190/2014).  

 

Il licensing nel franchising

Le licenze di marchio, nella pratica commerciale, sono spesso concesse nel quadro di contratti più vasti, come gli accordi di franchising – del quale il licensing rappresenta una componente centrale – nei quali il franchisor (cioè il titolare del marchio licenziato) consente al franchisee/affiliato di utilizzare un “pacchetto” commerciale che include non solo l’utilizzo del brand, con licenza non esclusiva, ma anche know-how, servizi al consumatore, software, decorazione degli interni, ecc. , nel rispetto di una serie di regole e dietro pagamento di un determinato corrispettivo (royalties).

Trattandosi di licenza non esclusiva, il licenziatario deve obbligarsi espressamente a usare il marchio per contraddistinguere prodotti o servizi eguali a quelli corrispondenti messi in commercio o prestati nel territorio dello Stato, con lo stesso marchio, dal titolare o da altri licenziatari franchisee.

In genere, in tale tipo di contratti, il grado di controllo del titolare del marchio nei confronti del franchisee-utilizzatore è più elevato di quello previsto dai normali contratti di licenza di marchio.

Questo significa che concedere in franchising un marchio collettivo incrementerebbe ulteriormente i poteri di controllo del titolare già contenuti nel regolamento d’uso, moltiplicando la garanzia e la qualità dei prodotti marchiati e rendendoli ancora più appetibili sul mercato.

Simulazione franchising marchio collettivo 

Un consorzio agrario di carni biologiche “Alfa”, sviluppa un sistema di successo per garantire un particolare target di qualità nella produzione uniforme di questi prodotti con caratteristiche predefinite, nonché ricette e metodi di preparazione, oltre al design delle uniformi degli impiegati, dei locali e delle confezioni ed i sistemi di gestione e contabilità con presentazione di istanza di deposita  e registrazione del marchio collettivo “Agrigood” (denominazione di fantasia a titolo di esempio).  Successivamente, il consorzio trasferisce il proprio know-how e la propria esperienza ai suoi franchisees (previamente e accuratamente individuati attraverso la consulenza di esperti) concedendo in licenza il brand sulla base di un regolamento d’uso e mantiene il diritto di supervisionare e controllare i franchisees locali.  Fondamentale componente del contratto di franchising è l’autorizzazione e l’obbligo dei franchisees di utilizzare il marchio collettivo “Agrigood” e di osservare scrupolosamente le modalità di utilizzo contenute nelle clausole del regolamento d’uso e quelle del contratto di franchising.

Franchising: il business “easy”

Il franchising (Legge 6 maggio 2004, n°129) è una strategica formula di collaborazione tra imprenditori per la distribuzione di servizi e/o beni, adattabile elasticamente ad ogni settore di attività economica (dal food alla moda, alla compravendita dell’usato) indicata per chi desidera avviare una nuova impresa senza investire enormi capitali ma usufruendo di format già sperimentati e consolidati sul mercato dal franchisor, in cambio del versamento di una percentuale sul fatturato (royalty) e del rispetto degli standard e modelli di gestione e produzione stabiliti dall’azienda “madre”.

I vantaggi del franchising

L’alleanza fra singolo imprenditore commerciale e impresa organizzata rappresenta una formula vincente sia per lo sviluppo, sia per la resistenza nelle fasi di crisi economica. In particolare:

a) l’azienda madre in franchising può ottenere una crescita esponenzialmente più rapida rispetto ad una tradizionale diffusione, attraverso il decentramento e la ripartizione degli oneri finanziari e organizzativi sui propri affiliati: infatti la catena fa tutta capo alla stessa società affiliante, ma ogni singolo esercizio in franchising è proprietà di un soggetto diverso dal distributore del marchio;

b) il franchisor mantiene il controllo sui prodotti e sui servizi post-vendita e sulla loro commercializzazione;

c) la riduzione del rischio di fallimento grazie ad un business concept già collaudato e prodotti/servizi già testati sul mercato;

d) lo sfruttamento dei benefici derivanti dalle economie di scala, dato che tutti i franchisee insieme possono comprare a condizioni migliori ed ad un minor costo rispetto ad un business individuale;

e) il supporto dell’azienda madre che trasferisce un know-how già sperimentato nonché l’assistenza nella gestione manageriale ed amministrativa, con corsi di aggiornamento e formazione.

Questo sistema consentirà al network di ottenere una presenza estremamente capillare e al contempo garantirà un notevole risparmio sia per il franchisor che per i franchisee.

Per scoprire subito tutti i vantaggi ottenibili grazie marchio collettivo leggete la guida dedicata a perchè il marchio collettivo è vincente sul mercato.  

Bonus fiscali per il franchising con il Patent Box

Il Patent Box è un regime opzionale di tassazione agevolata delle royalty relative agli intangible asset, al 40% nel 2016 e al 50% nel 2017, che le imprese possono esercitare sui redditi derivanti dallo sfruttamento di beni immateriali.

Per quantificare il vostro risparmio d’imposta sull’utilizzo della proprietà intellettuale leggete subito la divulgazione dedicata a come si calcola il Patent Box!

Questo meccanismo, risulta estremamente interessante nello scenario del franchising dove marchi e know-how sono strumenti privilegiati per la creazione di valore aggiunto.

Il marchio collettivo è infatti un indicatore dinamico di notevole spessore culturale ed economico elevato sotto un profilo di garanzia qualitativa.  Si colloca in primo piano come motore delle vendite, ancora più se oggetto di un contratto di franchising.

Il suo valore viene notevolmente potenziato dalla comunicazione e marketing online su canali come i social media e genera notevoli benefit economici.

L’aspirante franchisor titolare di un marchio collettivo (e successivamente anche il franchisee) dunque, se investe o ha investito in attività di ricerca e innovazione, potrà usufruire di un regime opzionale che abbatte notevolmente l’imponibile fiscale, con la conseguenza di incrementare gli introiti commerciali e neutralizzarli fiscalmente fino alla metà.

Simulazione riprendendo il caso sopra esaminato, se il Consorzio “Alfa” riceve royalties dai vari franchisees per importi complessivi di € 800. 000, sostenendo spese qualificate (attività di ricerca) pari a 150. 000 e spese complessive pari a € 195. 000 (Nexus ratio con applicazione uplift = 1) otterrà con l’applicazione dell’aliquota agevolativa del 50% operante dal 2017, una detassazione pari a € 400. 000 sottratte all’imponibile fiscale.

Per ricevere assistenza contrattuale per licensig e franchising di marchi d’impresa e collettivi  e attivare subito i bonus fiscali del Patent Box,

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Realizzerete con successo la vostra progettualità d’impresa massimizzando il vostro risparmio lecito d’imposta.

 

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